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Giuda "non era un traditore". Teoria choc: "Ecco cosa voleva davvero", si ribalta la storia di Gesù

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E se Giuda non fosse mai stato un traditore? Stando agli ebraisti Marco Cassuto Morselli e Gabriella Maestri, quello che è passato alla storia come il "traditore" avrebbe cercato in realtà di indurre i sacerdoti a riconoscere e consacrare Gesù come Messia. Una teoria non del tutto nuova, come riporta Avvenire: era stata avanzata anche dallo scrittore israeliano Amos Oz in un libro del 2014. Nel saggio dei due ebraisti su citati, però, vengono elencate anche delle prove a sostegno di questa tesi.

 

 

 

Una delle prove della fedeltà di Giuda, secondo il saggio, starebbe nell'uso di un verbo greco in particolare. Un verbo che si è sempre pensato designasse il cosiddetto "tradimento" e che invece indicherebbe solo una "consegna". Cambia, a questo punto, anche la percezione e l'interpretazione del bacio di Giuda, il quale non sarebbe più un subdolo segno di riconoscimento ma l'augurio del discepolo al maestro. 

 

 

 

Un dubbio, però, potrebbe venire se si pensa ai noti "30 denari": perché mai Giuda avrebbe accettato un simile compenso se la sua intenzione era solo quella di una semplice "consegna" ai sacerdoti per sollecitare l'avvento del regno promesso? A tal proposito Roberto Beretta su Avvenire scrive: "I due studiosi avanzano qui l'analogia con un passo del libro di Zaccaria, tra l'altro di poco successivo al brano (citato dall'evangelista Matteo) che descrive l'ingresso del Messia a Gerusalemme; in esso il profeta si rivolge a un gruppo di sacerdoti indegni reclamando la sua paga e costoro gli pesano proprio 30 sicli d'argento, che però subito dopo egli stesso - su richiesta di Dio - getta nel tesoro del Tempio…".

 

 

 

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