Massimo Cacciari sotterra Draghi: "Bluff totale, parole ridicole. Basta dire put***te"
"Il governo dovrebbe evitare di dire put***te". Massimo Cacciari, intervistato dalla Stampa, sferra un altro durissimo attacco a Mario Draghi. Dopo l'intervento di fuoco a Otto e mezzo, il filosofo fondatore di DuPre - Dubbio e precauzione, il movimento anti-Green pass che riunisce vari "liberi pensatori", definisce "ragionamento ridicolo" le parole del premier sul bivio, "o la pace in Ucraina o il condizionatore acceso quest'estate". "Lei pensa che io, con il mio reddito, abbia problemi a lasciare acceso il condizionatore anche con la bolletta triplicata? Pensa che sia la stessa cosa l'inflazione al 7% per uno come me o per chi porta a casa 1.500 euro al mese, vale a dire larga parte della popolazione? Come si possono dire certe enormità?". Al di là della botta di sincerità, Cacciari ne fa soprattutto una questione politica.
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Inutile invitare gli italiani a stringere i denti e fare sacrifici, per poter aiutare gli ucraini aggrediti dai russi, "Ma smettiamola. Non crede che il governo dovrebbe evitare di dire put***te o di fare discorsi all'ammasso e spiegare piuttosto come interverrà per impedire la perdita di potere d'acquisto per le famiglie e le aziende in crisi? Come aiuterà chi non arriva alla fine del mese a non morire di freddo? Servono risposte concrete, non battute assurde".
Non bastano i 5 miliardi di euro messi sul piatto del caro bollette, sottolinea Cacciari: "Mi spiega concretamente che cosa si sta facendo per garantire che quei soldi arrivino con continuità alle famiglie e alle imprese?". Benissimo, spiega il filosofo, decreti salva-bilanci pubblici e incontri internazionali per cercare soluzioni condivise, "ma non mi pare che tutto questo sia servito a molto. C'è bisogno di una strategia fiscale e finanziaria che protegga esplicitamente chi è in difficoltà. Perché Draghi non interviene? Il suo è un bluff totale". Altre opzioni sul tavolo? "Aumentare il debito pubblico, con tutto il dolore per i figli e i nipoti. Il piano nazionale è da rifare completamente. E l'Europa deve capire che le sanzioni pesano in modo diversissimo a seconda dei Paesi che le applicano. Ad esempio in Francia e negli Usa pesano molto meno che in Germania e in Italia".