Stato d'emergenza, Nicola Porro inchioda Roberto Speranza: come ha fregato gli italiani
Roberto Speranza ha fregato gli italiani? Per Nicola Porro sì. L'1 aprile il ministro della Salute ha annunciato la fine dello stato d'emergenza, eppure alcune restrizioni rimangono. Basta pensare alle mascherine, al Green pass e all'obbligo vaccinale contro il Covid per gli over 50. "L’Italia è il Paese sviluppato con più restrizioni ancora per tutto aprile - si legge su La Zuppa di Porro - Inclusi, quindi, il periodo di Pasqua (in caso di freddo e acquazzoni, per festeggiare al ristorante servirà il super green pass) e la Liberazione (altro fine settimana lungo rovinato dalla virocrazia)". E se da maggio la certificazione verde dovrebbe sparire del tutto, lo stesso non si può dire sulle mascherine al chiuso.
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Per i dispositivi di protezione individuale infatti il governo si è preso qualche giorno. "Ed è proprio in questi dettagli - prosegue il conduttore di Rete 4 - che si nasconde l’inghippo di tutta la road map del ritorno alla normalità". Ma non è tutto, perché Porro rincara la dose prendendo come esempio una scuola di Corciano, in provincia di Perugia. La direzione dell'istituto ha chiesto ai genitori dal primo aprile (data di entrata in vigore delle nuove norme) di portare i figli a scuola "con la richiesta mascherina".
Il motivo? "La scuola attualmente non è in grado di provvedere alla fornitura in quanto tutte le mascherine disponibili sono state consegnate alle scuole primarie, le uniche fino a due giorni fa destinatarie di tale provvedimento". Un errore di valutazione? Non proprio per il giornalista che cita il decreto legge del 6 agosto 2021. Questo - spiega - "prevedeva (fino a ieri) l’obbligo per tutti gli alunni 'fatta eccezione per i bambini che frequentano i servizi educativi per l’infanzia'". Insomma, "il discrimine era la classe di appartenenza, non l’età". Da qui l'amara conclusione: "Sintomo che le regole sono effettivamente cambiate solo dal primo aprile. In peggio".