Otto e Mezzo, Roman Abramovich? "Ho sentito di avvelenati che stanno meglio di prima": fin dove si spinge Travaglio
Negli ultimi giorni si è parlato molto dell’avvelenamento di Roman Abramovich e di due negoziatori ucraini, avvenuto a inizio marzo. Marco Travaglio non sembra credere a quanto accaduto, nonostante le conferme siano arrivate da più fonti, anche da quelle vicine al magnate russo. Intervenuto in collegamento con Lilli Gruber a Otto e Mezzo, il direttore del Fatto Quotidiano ha manifestato tutti i suoi dubbi, sostanzialmente per avvalorare la tesi che bisogna sentire anche la campana russa e non solo quella occidentale.
“Ho sentito di avvelenati che stanno meglio di prima che li avvelenassero e anche di generali morti ricomparsi vivi - ha dichiarato Travaglio - noi non sappiamo assolutamente nulla, nelle guerre ascoltando solo la campana occidentale riusciamo a sapere ancora meno. Tra l’altro molti pensano che nessuno più parla a Vladimir Putin, ma per fortuna non è così. D’altronde i governanti li paghiamo per questo, anche per parlarsi nei momenti peggiori e in quelli in cui ci si fa la guerra. Il dialogo è l’unico modo per evitare la terza guerra mondiale”.
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Lucio Caracciolo è apparso un po’ perplesso per la prima parte del discorso di Travaglio, mentre è stato d’accorso su quella riguardante il dialogo: “È vitale mantenerlo con Putin, ma proprio perché quest’ultimo ha un consenso alto in Russia ha un motivo in più per portare risultati concreti sul campo rispetto a quelli che ha ottenuto finora, dato che le cose non stanno affatto andando bene”.