Fedez, il medico che lo ha operato: "Quante sono le possibilità di sopravvivenza a 5 anni"
Massimo Falconi è il direttore del Centro del pancreas dell'Ospedale San Raffaele di Milano e con la sua equipe medica ha operato Fedez, colpito da un tumore neuroendocrino del pancreas. "Oltre a essere rari i Nets (dall'inglese Neuro-Endocrine Tumors) sono quasi sempre silenziosi e solo nel 20% dei casi danno sintomi legati all'iperproduzione di ormoni dei casi danno sintomi specifici legati all'iperproduzione di ormoni", spiega in una intervista a il Corriere della Sera. "Sono un gruppo di neoplasie molto diverse fra loro, alcune aggressive altre 'indolenti', ovvero che evolvono lentamente. Ma se scoperto in tempo e localizzato, la chirurgia radicale porta ad alte percentuali di guarigione".
Fedez, il tumore neuroendocrino del pancreas: sintomi e stadi della malattia, di cosa si tratta
Difficile dire se siano dei tumori "pericolosi", prosegue Falconi, "per le decine di sottotipi diversi di tumori neuroendocrini. In base all'aspetto delle cellule neoplastiche, i Nets si possono suddividere in 'ben differenziati', che crescono in genere lentamente e sono meno aggressivi (ma comunque potenzialmente maligni, possono dare metastasi anche dopo molti anni) e 'scarsamente differenziati', che si sviluppano più velocemente e hanno maggiori probabilità di essere metastatici fin dall'inizio".
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Rispetto alle terapie, spiega il medico, "se il tumore viene scoperto agli inizi ed è localizzato, la chirurgia radicale, ovvero l'eliminazione di tutta la massa neoplastica, può portare a guarigione alte percentuali di pazienti. Spesso l'intervento chirurgico è complesso: punta ad asportare completamente la malattia, preservando il più possibile la funzione dell'organo". Se invece "la rimozione del tumore è parziale o se la scoperta è tardiva e ci sono già metastasi, oppure in caso di recidive che si presentano nel tempo, oggi abbiamo comunque a disposizione diversi tipi di farmaci. Dalla chemioterapia (efficace solo in alcune forme) agli analoghi della somatostatina, dai farmaci a bersaglio fino alle strategie locoregionali (come l'embolizza.zione o la termoablazione epatica)".
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Anche la guarigione "dipende dal tipo di tumore presente nel singolo malato e dallo stadio della neoplasia al momento della diagnosi (se è in fase iniziale o avanzata). Ma la sopravvivenza a 5 anni nel nostro Paese è alta, superiore al 60%", conclude Falconi. "Negli ultimi anni, con le nuove terapie abbiamo fatto passi in avanti significativi".