Marco Travaglio, soldatino di Putin: "Russi a Bergamo? Cos'è successo davvero", sconcerto

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mercoledì 23 marzo 2022
Marco Travaglio, soldatino di Putin: "Russi a Bergamo? Cos'è successo davvero", sconcerto
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Marco Travaglio in difesa di Giuseppe Conte e Vladimir Putin. Dopo due giorni dalla fuga di notizie che mettevano nel mirino il vero obiettivo della missione sanitaria russa, il direttore del Fatto Quotidiano dice la sua. Come? Semplice: attaccando gli altri giornali. "Sulle migliori gazzette - si legge sull'editoriale di mercoledì 23 marzo - va fortissimo una deduzione: siccome i russi hanno invaso l'Ucraina, la loro missione sanitaria in Italia dal 22.3. 2020 per aiutarci contro il Covid era spionaggio".

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Insomma, Travaglio se la prende con "i segugi di Repubblica e Corriere". A loro il giornalista invita a "leggere i giornali", o meglio a ricordare i dati del Covid. Il motivo? L'ipotesi che dietro l'arrivo di medici e militari russi in Italia ci sia stata una missione ben diversa da quella sanitaria. "L'obiettivo - scrive Repubblica - non era aiutare gli italiani", era "un'operazione di intelligence" per "acquisire tutte le informazioni sul virus e i metodi per contrastarlo".

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Da qui il commento di Travaglio: "Forse gli spioni cercavano la variante bergamasca del Covid, utilissima per combattere quella russa. O forse - insinua la Stampa- Putin voleva 'incunearsi anche fisicamente nel teatro italiano'". Ma non finisce qui, perché il direttore del Fatto cita anche Il Foglio che - a suo dire - "aggiunge orrore all'orrore". Quale? "La Bellanova 'non fu coinvolta' da Conte e Guerini, sennò avrebbe sgamato la cosa, con l'astuzia contadina tipica degli ex braccianti". Per Travaglio non resta ora che attendere "lo sviluppo più agghiacciante della spy story: i russi della missione russa parlavano russo".

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