L'ammiraglio Cavo Dragone e i 15mila soldati russi morti in Ucraina: "Perché Putin sta fallendo"
"La Russia ha perso 15mila soldati nella guerra in Ucraina": il capo di Stato Maggiore della Difesa Giuseppe Cavo Dragone - che ha parlato in audizione alle commissioni Difesa di Camera e Senato - ha fatto questo bilancio sul conflitto in corso. Una stima piuttosto attendibile, che mette i russi in cattiva luce. Il motivo, secondo l'ammiraglio, è da ricercare nella "scarsa motivazione da parte dei soldati russi".
"I russi stanno combattendo una guerra d'invasione - ha proseguito Dragone -. Putin ha usato truppe che venivano da lontano, in modo che non ci fosse vicinanza con l'Ucraina, e la Bielorussia non entra in campo proprio per questo motivo. Lo ha fatto anche per ragioni di 'info-warfare': si cerca di non dare notizie alle famiglie su quello che sta succedendo. Se si calcola che per ogni morto ci sono almeno 10-15 persone che lo piangono, si vede che il numero di persone colpite da quello che avviene è abbastanza alto". Alla base del fallimento russo, però, ci sarebbe anche il fatto che i militari sono "giovani e poco motivati, mentre gli ucraini combattono per casa propria. Questi sono fatti determinanti".
In ogni caso, però, la Russia non va sottovalutata: "Ambisce a riaffermare il proprio ruolo di superpotenza internazionale utilizzando il suo peso strategico con estrema aggressività attraverso operazioni militari sia classiche sia multidominio rispetto alle quali bisogna adeguarsi".
"Autoritarismo mascherato", chi è davvero Zelensky? Il cupo sospetto del professor Ciccozzi