Non è l'Arena, l'ucraino Maistrouk contro la giornalista russa: "Ma come ti sei ridotta? Vergognati"
Un duro scontro si è consumato nello studio di Non è l’Arena tra il giornalista ucraino Maistrouk e la collega russa Shevliakova. Quest’ultima è stata a dir poco “prudente” nel parlare della guerra in Ucraina, che per lei è una “operazione militare speciale”, evidentemente per paura di ripercussioni da parte della Russia, pur vivendo a Roma. “Tu anche stando in Italia non chiamerai le cose con il loro nome - ha attaccato Maistrouk - la guerra è guerra e Putin è un criminale. Sono morti quasi 14mila russi e tu stai diventando complice con quello che dici”.
Maistrouk contro Shevliakova: guarda il video a Non è l'arena
“Sei a Roma - ha proseguito - nessuno ti metterà in galera per 15 anni se chiami la guerra col suo nome. Continueranno a morire civili e soldati, con la Russia in una situazione sempre peggiore con ragazzini che muoiono in guerra e altri che vengono pestati in piazza perché dicono no. Tu vuoi vivere in una società del genere? In che cosa si è trasformata la Russia? In uno stato fascista, ha tutte le caratteristiche elencate da Umberto Eco, che sapeva bene cosa fosse il fascismo. Tu non hai il coraggio di chiamare la guerra col suo nome - ha ribadito - e sarai complice nel tuo piccolo”.
“Non penso che qualcuno di noi sia complice di questa tragedia. Non è solo colpa della Russia ma di tante dinamiche politiche, non posso dire che la Russia è l’aggressore”, ha dichiarato la Shevliakova, facendo andare su tutte le furie il collega ucraino. “Siete schiavi, siete un popolo sottomesso - ha risposto - avete paura di chiamare le cose con il loro nome. Vi rendete conto come vi siete ridotti? Ma non vi vergognate? Tuo nonno ucraino combatteva con i russi contro i tedeschi, adesso invece cosa succede? Che i russi vogliono annientare gli ucraini”.