Vladimir Putin, l'aneddoto che spiega tutto: "Affrontò un topo con il bastone. Ma il ratto...", perché dobbiamo avere paura
A San Pietroburgo, ancora Leningrado, negli Anni 50. Vladimir Putin era un ragazzino poverissimo e con i topi lottava ogni giorno nella sua "abitazione nata dalla suddivisione dei grandi appartamenti signorili dell'epoca nazista", scrive 7 il settimanale del Corriere della sera, in edicola domani venerdì11 marzo. Una famiglia sovietica per stanza, "condividendo cucina, bagno e corridoio". Nella formazione di Vladimir Putin, futuro funzionario del Kgb, quella infanzia poverissima fatta di topi e case condivise ha influito moltissimo sul suo percorso.
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La storia dei topi è stata raccontata dallo stesso presidente russo nella autobiografia del 2000. "Con un bastone costrinse il topo in un angolo e l'animale gli si lanciò contro sfiorandogli la testa. E fuggì. Morale: Ognuno dovrebbe tenerlo a mente: mai mettere qualcuno in un angolo", scrive Putin. Una frase sinistra in questi giorni. Una risposta anche all'America, all'Europa per le pesanti sanzioni economiche che spingono lo zar nell'angolo.
Nell'articolo del settimanale si affrontano vari momenti della vita di Putin: dal judo che gli ha insegnato mosse come il kuzushi, all'approdo a 16 anni al Kgb per arruolarsi nel servizio segreto e la sua scalata al potere. Nel settimanale anche portfolio "dedicato a ragazzi e ragazze ucraine dalla fotografa israeliana Michal Chelbin. I volti giovani di un Paese che ha ritrovato l'indipendenza nel 1991, travolto ora dalla ferocia putiniana", si legge.