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Roman Abramovich ha portato Putin al potere: "Lo aveva raccomandato lui". L'oligarca, il Cremlino e i miliardi: l'indiscreto rivelatore
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E' uno degli oligarchi russi più potenti e vicini a Vladimir Putin: Roman Abramovich è oggi al centro delle cronache per via del conflitto in Ucraina e della sua presunta partecipazione ai negoziati. L'ex patron del Chelsea, infatti, sarebbe stato invitato a presenziare su richiesta di Kiev. Per quanto riguarda il suo rapporto con lo zar, è stato lui stesso l'anno scorso a smentire di essere il "cassiere" di Putin in Occidente. In ogni caso, come riporta il Daily Mail citato da Dagospia, sarebbe ancora visto come uno dei suoi "facilitatori". Basti pensare che sarebbe stato lui a raccomandare Putin come presidente a Boris Eltsin, prima che lo zar assumesse l'incarico nel 2000.
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La sua storia comincia 55 anni fa a Saratov, nel sud-ovest della Russia. La sua infanzia non è stata delle migliori: dopo aver perso entrambi i genitori da piccolo, ha trascorso gran parte della sua vita in Siberia insieme ai nonni, entrambi provenienti dall'Ucraina e fuggiti durante la guerra. La sua prima attività è stata quella di vendere bambole di plastica su una bancarella del mercato di Mosca dopo aver abbandonato due college. La vera fortuna però è arrivata solo con la Perestrojka, il periodo di riforme guidate da Mikhail Gorbaciov. Grazie al nuovo corso, infatti, Abramovich è riuscito a ottenere 55 petroliere di diesel.
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Il salto è avvenuto dopo aver conosciuto Boris Berezovsky, oligarca molto vicino all'allora presidente Boris Eltsin. Poi, quando Putin - da primo ministro - ha messo su il proprio governo nel 1999, è stato Abramovich a esaminare i candidati al ruolo di ministro o consigliere. Negli anni sarebbe comunque rimasto uno dei più stretti alleati di Putin. Particolarmente importante anche l'acquisto della squadra di calcio del Chelsea nel 2003.
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