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Ucraina, Nicola Porro ribalta il quadro: "Le colpe della Nato e di Joe Biden"

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Precisando che non vuole in alcun modo giustificare l'invasore, Nicola Porro dice la sua sulla guerra in Ucraina. Il giornalista e conduttore di Quarta Repubblica fa un passo indietro, spiegando da dove arriva tutta quella "follia" di Vladimir Putin. "Di sicuro - si legge sul suo sito - allo zar farebbe comodo riscrivere l’architettura securitaria postsovietica, ristabilire un’area d’influenza regionale, anche per poter trattare su livelli meno impari con quello che può diventare il suo partener strategico – Pechino". Eppure, secondo Porro anche la Nato ha fatto la sua. 

 

 

"Mosca è condizionata pure da un riflesso difensivo nei confronti di quella che ha percepito come la crescente minaccia dell’espansione a Est della Nato, talora per interposta Unione europea. Non è, banalmente, un’ossessione di Putin. Dopo il crollo del Muro di Berlino, Michail Gorbaciov ottenne dai governi occidentali l’assicurazione che la Nato non si sarebbe 'mossa di un millimetro' verso Oriente".

 

 

Ma così non è stato. Non solo, perché stando a quanto riferito dal giornalista "dietro la rivoluzione arancione del 2004, che portò alla caduta del governo filorusso e al trionfo elettorale di Petro Poroshenko, pro Europa e Usa, pare ci fossero stati interventi diretti e finanziamenti del Dipartimento di Stato americano, oltre che di varie Ong, in parte legate al filantropo di origini ungheresi, George Soros". Quest’ultimo - prosegue - "rivendicò altresì un ruolo importante nel sostegno alle proteste di piazza Maidan del 2013-2014, che segnarono il secondo rivolgimento filoccidentale". Proprio quello che Putin non avrebbe mai accettato.

 

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