Ucraina, il diplomatico Giampiero Massolo su Putin: "La deterrenza nucleare? Un segnale di debolezza"
Vladimir Putin, in questa guerra contro l'Ucraina, non ha il coltello dalla parte del manico. Lo dimostrano alcune minacce arrivate in questi giorni dalla Russia. Secondo Giampiero Massolo, con alle spalle una vita nella diplomazia prima alla Santa Sede e poi a Mosca, è certo che il presidente russo mostri qualche debolezza. "In questa vicenda ci sono tre fattori - spiega alle colonne del Giornale -. Il primo: ci troviamo davanti a un conflitto che ha avuto, nei suoi aspetti psicologici, di narrativa e di informazione, una componente molto forte. Putin ha fatto una mossa intimidatoria per provocare una reazione occidentale. Il secondo: se avesse la percezione di avere sul terreno una situazione in grado di fargli realizzare i suoi obiettivi, non parlerebbe così. E questo denota una componente di insicurezza".
Infine il terzo fattore: "Ha allertato ciò che aveva a disposizione. È una fase di deterrenza, quindi difensiva e non offensiva". Insomma, nonostante lo Zar abbia attivato il sistema di allerta nucleare, il pericolo non sembrerebbe esserci. E nemmeno quello citato da Joe Biden. Il presidente degli Stati Uniti ha detto chiaro e tondo che l'unica alternativa alle sanzioni sarebbe stata una guerra mondiale, ma - ricorda Massolo ora a capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza - "l'Alleanza atlantica ha detto fin dall'inizio che, nel caso della crisi ucraina, non sarebbe ricorsa ad azioni militari. Si è affidata a sistemi di dissuasione molto pesanti ma non alle armi".
Tra queste le sanzioni, che - controcorrente - Massolo definisce essere utili: "Ora è il momento della fermezza e della compattezza perché non si dialoga con la pistola alla tempia. Bisogna tenere presente che Putin deve vendere il gas e non è detto che riesca a venderlo alla Cina, perché i gasdotti di Pechino non sono molto sviluppati. Togliere alla Russia l'accesso ai mercati finanziari rappresenta un danno molto grave".
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