Ucraina, il dettaglio sul volto di Putin il giorno prima dell'invasione: ecco perché sarà la sua fine politica
Vladimir Putin è irriconoscibile. Lo crede anche Paul Kennedy. "È cambiato. Conoscevamo un leader autoritario ma anche pragmatico. Magari brutale, ma con grandi capacità di analisi politica: un Bismarck. Oggi abbiamo davanti non solo un leader dogmatico, sempre più ossessionato dalla questione ucraina, che si sente tradito dall'Occidente. C'è di più - commenta lo storico inglese sulle colonne del Corriere della Sera -, guardi la distanza che mette tra sé e gli altri quando riceve leader o riunisce i suoi ministri. Guardi le immagini della cerimonia della 'Guerra patriottica', il giorno prima dell'attacco. Mentre depone una corona di fuori sembra in trance e tiene tutti lontanissimi: più che Bismarck sembra il Grande dittatore del film di Charlie Chaplin del 1940".
Ma con l'Ucraina Putin ha un'ossessione. Una fissa - la definisce Kennedy - "ideologica". Il motivo? A suo dire vuole difendere la cultura russa nell'ex Urss ed è convinto di avere un ruolo speciale nel destino della Russia. Ma questo altro non è che "una combinazione molto pericolosa". Non tutto però va a favore del presidente russo. Nonostante ad oggi lo Zar ci sembri potente, per il saggista "l'economia russa ha basi molto fragili".
Alcuni arrivano comunque a temere che Putin abbia diversi sassolini da togliersi dalle scarpe nei confronti della Germania. "Effettivamente - conferma anche Kennedy - la Germania è una ferita aperta come la dissoluzione dell'Urss. È un'altra ossessione e, quindi, è pericolosa ma, come dicevo prima, non credo che Putin abbia mezzi militari per andare molto oltre l'Ucraina. Potrebbe essere tentato da una prova di forza in piccoli Stati, come le repubbliche baltiche. Sarebbe una mossa folle, dagli effetti disastrosi per tutti".