Sigfrido Ranucci, "a volte dico mezze verità": il crollo davanti all'avvocato. Report, ora si capisce tutto
In gergo si dice "fare lo sborone" e dispiace dovere applicare questa formula a un professionista della tv di Stato, eppure basta leggere le 83 pagine del verbale reso da Sigfrido Ranucci dinanzi ai giudici del tribunale di Verona il 31 gennaio 2018 per avere un'idea del concetto. La vicenda è quella ormai arcinota dell'affaire Tosi, quando l'allora sindaco di Verona si è sentito diffamato dalla puntata di "Report" andata in onda il 7 aprile 2014 e lui stesso ha convocato la stampa per denunciare, con toni poi giudicati diffamatori, l'operato del programma di Rai3 e in particolar modo il metodo dell'inviato di punta della Gabanelli. Ranucci, assistito dall'avvocato Luca Tirapelle, risponde alle domande del pubblico ministero Elisabetta Labate alla presenza dei difensori di Tosi, gli avvocati Claudio Fiorini e Luca Sancassani e di Antonio Mezzomo, legale dell'altro imputato Sergio Borsato, che aveva registrato tutti gli incontri sulla "trattativa" per il famigerato video compromettente.
Ranucci ammette di essere caduto "nel trappolone" di Borsato e dell'altra sua "fonte" veneta Mauro Sicchiero, ma lui stesso sostiene di avere registrato gli incontri. Insiste sul fatto che il file fornito da Borsato alla procura di Verona sia stato manipolato con aggiunta di frasi riguardanti Tosi, poi, incalzato dalle domande della pm che vuole sapere se lui ha veramente parlato di soldi e fatture da mettere in conto Rai con i due emissari, risponde: «Sì, non è una falsa fatturazione, mi sono espresso male, era una fatturazione intestata a un'altra persona...». Spiega di avere portato all'incontro un contratto finto, un facsimile.
Durante il controesame, alla domanda precisa dell'avvocato Cassini: «Lei dice anche delle menzogne, delle cose che non stanno né in cielo né in terra?», Ranucci risponde: «Non vere, sì sì. Cerco di mostrarmi credibile e affidabile e a volte dico la verità, a volte dico delle mezze verità per vedere... per non imboccare l'avversario, cioè l'intervistato e capire se può darmi dei contributi. È una tecnica per capire...». Ovviamente, il discorso va contestualizzato, ma in un altro passaggio quando gli viene fatto ricordare di avere detto nel video (poi trasmesso dal Riformista): «Controllo 5 procure del Veneto», ammette: «È vero che l'ho detto, ma è falso che controllo 5 procure».