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Otto e Mezzo, Alessandro Sallusti inchioda Marco Travaglio: "Il più cagnolino di tutti è Giuseppe Conte"

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A Otto e Mezzo si ragiona sulla crisi tra Russia e Ucraina, sull'escalation militare che potrebbe a breve spingere Vladimir Putin a ordinare l'attacco. E da Lilli Gruber su La7, nella puntata di lunedì 14 febbraio, ecco ospiti in collegamento Alessandro Sallusti, direttore di Libero, e Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano.

 

Secondo Travaglio - ve ne diamo conto approfonditamente in questo articolo - l'Italia di Mario Draghi "è tornata a giocare il ruolo di cagnolino degli Stati Uniti". Parole a cui Sallusti risponde a tono: "L'unico giudizio che condivido di quello che ha detto prima Travaglio, parlando di rafforzamenti o indebolimenti marginali... non è che siamo cagnolini dell'America. Siamo dentro a un'alleanza atlantica, che è pilotata e finanziata dagli Stati Uniti. Quindi o usciamo da quell'alleanza oppure non possiamo fare doppi e tripli giochi", premette il direttore.

 

Dunque, la stoccata: "Il più cagnolino di tutti è stato Giuseppe Conte: da capo del governo aprì le porte dei nostri servizi segreti agli emissari di Trump, da qui il famoso tweet bravo Giuseppi", sottolinea Sallusti. Travaglio tenta la reazione: "Ma non era servo dei cinesi e dei russi?". E Sallusti chiude la questione: "O ti siedi con degli eserciti, o con del petrolio o dei soldi a tavoli del genere. Noi non abbiamo nessuna di queste armi. Quindi, insomma, giochiamo a limitare i danni secondo me, non abbiamo alcuna chance di poter dettare la linea". Cala il sipario.

 

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