Russia-Ucraina, il generale Battisti: "La figuraccia a cui vuole rimediare". Joe Biden, gioco (pericoloso) con lo zar Putin
Nonostante gli allarmismi, per il generale Giorgio Battisti la guerra tra Russia e Ucraina non si farà. "Nutro dubbi su una offensiva convenzionale anche per le forze russe attualmente sul campo", conferma il presidente del Club Atlantico di Bologna. E infatti i numeri diffusi sulle colonne del Giorno danno parecchio da pensare: Putin ha mobilitato circa 150mila uomini che bastano per arrivare a Kiev, ma non sufficienti per controllare poi tutto il territorio. Servono altre decine di migliaia di uomini nelle retrovie. E la cronaca degli ultimi minuti, con assicurazioni circa l'Ucraina non intenzionata ad entrare nella Nato e il rallentamento delle manovre russe sembra deporre a favore della tesi di Giorgi Battisti.
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Allo stesso tempo gli ucraini sono disposti a tutto per fermare i russi. "Hanno storicamente conti aperti con loro. Stalin negli anni Trenta in Ucraina fece massacrare milioni di persone contrarie alla sovietizzazione. Alla fine della Seconda guerra mondiale quando il Paese venne ricomposto si formò una rete di resistenza contro l'occupazione sovietica. I guerriglieri chiamati i Fratelli della foresta combatterono fino al 1956". Un evento difficilmente da dimenticare per Kiev, che potrebbe prendersi la rivincita.
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Su una cosa Battisti è certo: in caso di invasione, l'attacco potrebbe partire da più parti. Il motivo? L'obiettivo non è solo l'Ucraina. "Dal proprio punto di vista Putin è l'unico leader che ha una visione ampia, pur non condivisibile, ed è sulla scacchiera mondiale che muove le pedine. Questa operazione è anche una forma di pressione internazionale". La stessa pressione che gli Stati Uniti invece esercitano sui media: "Fa parte del gioco, è una manovra per mobilitare l'opinione pubblica. Ma gli Usa cercano visibilità anche per rimediare alla figuraccia della fuga dall'Afghanistan con il disastro conseguente. E così cercano di far giocare allo scoperto i russi".
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