Charlene di Monaco "decisamente impreparata". La massima esperta di reali italiana, un giudizio tombale

lunedì 14 febbraio 2022
Charlene di Monaco "decisamente impreparata". La massima esperta di reali italiana, un giudizio tombale
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"Decisamente impreparata". Charlene di Monaco inadatta a fare la principessa: la sentenza (tombale) è di Laura Laurenzi, storica firma di Repubblica e grande esperta di teste coronate e jet set internazionale. Intervistata dal Corriere della Sera, la giornalista regala qualche chicca sui reali di ieri e di oggi: "Tra Carlo e Camilla fu vero matrimonio d'amore. Felipe di Spagna ha sposato una repubblicana divorziata; Haakon Magnus di Norvegia una ragazza madre che aveva avuto un bambino da un trafficante di droga; Guglielmo d'Olanda la figlia di un ministro del sanguinario dittatore argentino Videla; Victoria di Svezia il suo personal trainer". Quindi le figure più controverse: "A Diana non spiegarono che una regina non è predestinata a una vita felice, anzi dovrà affrontare crudeli infedeltà. Kate Middleton mi sembra meglio preparata. Charlene di Monaco decisamente no". E la cronica infelicità della consorte di Alberto di Monaco sembra confermare questo triste giudizio. E poi c'è Meghan Markle: "Mai vista tra due sposi tanta attrazione fisica come tra Meghan e Harry. Ma è lei che comanda", sentenzia la Laurenzi. 

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Nella sua lunga carriera, spiccano un paio di ricordi indelebili. Il primo, quello del matrimonio di Diego Maradona. "Era stato papa Wojtyla a convincerlo a sposarsi: aveva già due bambine. Fece il volo di andata con un cartello al collo: 'Io sono single, è mia moglie che si sposa'. Alla cerimonia civile ero l'unica giornalista, e lui mi fece cacciare". Un ricordo viene prima degli altri: "Non è vero che tutti gli argentini lo amavano, anzi, la sua auto passò tra due ali di folla che la prendevano a calci e sputavano sui finestrini; anche perché era una Rolls-Royce Phantom del 1938 appartenuta a Goebbels, il gerarca nazista".

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La Laurenzi riuscì  a imbucarsi anche al matrimonio di Luciano Pavarotti, fingendosi musicista: "Ci fecero entrare. Finimmo al tavolo con un tizio dall'aria familiare, con gli stivaletti e la basetta feroce. Quando Pavarotti chiamò i suoi amici artisti per cantare, il tizio si alzò. Era Bono degli U2".