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Nunzia De Girolamo, confessione intima: "Ecco il politico più maschio che conosco"

Gianluca Veneziani
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In tempi di allarme sessismo ci vuole coraggio a usare la parola «maschio» in un titolo e a invitare tutti maschi in una trasmissione. Ma il coraggio non manca a chi, come Nunzia De Girolamo, ha dalla sua parte, insieme alla qualità dei contenuti, la forza dei numeri. E così, dopo la fortunata prima edizione (con medie del 7,74% di share e punte del 12,8%), l'ex deputata e oggi conduttrice riparte stasera con Ciao Maschio, format di seconda serata su RaiUno, in onda per 12 puntate.

 

 

 

De Girolamo, Ciao Maschio è un programma che vuole andare oltre maschilismo e femminismo?

«Sì, nasce dall'esigenza di superare la conflittualità inutile tra i sessi, che dovrebbero avere capacità di dialogare e superare i pregiudizi. Tutti pensavano che nel titolo Ciao Maschio ci fosse un ciaone, un addio. Invece è un saluto di accoglienza, un "Benvenuto, maschio". L'uomo di solito tende più a nascondersi, a non esplicitare le proprie fragilità, quasi che farlo comporti la perdita della mascolinità. Perciò mi piaceva mettere in un salotto maschi che potessero parlare di sentimenti ed emozionarsi. E magari ascoltarli parlare di donne aiuterà noi donne a risolvere le nostre conflittualità».

I maschi sono più facili da comprendere delle donne o sono anche loro dolcemente complicati?

«Gli uomini sono molto più lineari, hanno meno sovrastrutture, anche nella fase del corteggiamento o nei sentimenti basici. Una delle più grandi complessità maschili è invece quella di non riuscire a esprimere fino in fondo ciò che provano, un po' per il carico dell'educazione ricevuta in passato. La donna si è emancipata, il maschio è un po' rimasto fermo lì, e questo genera una distonia».

Qualcuno l'ha mai criticata perché nel suo programma ci sono tutti ospiti maschi?

«Sarebbe sciocco farlo perché lo scettro del comando ce l'ha una donna. Le presunte femministe sono le prime che non aiutano le donne: se una di loro critica questo aspetto, rispondo loro "Vogliamo le donne in ruoli di potere? Be' io sono la conduttrice e sono io che intervisto gli uomini"».

L'anno scorso a Ciao Maschio c'era Drusilla Foer, poi rivelazione a Sanremo. Sente di averla consacrata lei sul piccolo schermo?

«Sono molto soddisfatta professionalmente, perché vuol dire che la mia intuizione era giusta, ma anche umanamente, perché le voglio molto bene. Quest' anno non ci sarà perché ha un'agenda teatrale fitta, così l'ho sostituita con due drag queen, le Karma B. Ho scelto loro innanzitutto perché nel mio programma non possono entrare donne eccetto me, ma al massimo maschi vestiti da donne. E poi perché voglio lanciare il messaggio dell'unicità, non della diversità: anche le Karma B sono artiste uniche che cantano, suonano e sanno far emozionare».

Zalone ha fatto bene a scherzare sui trans a Sanremo?

«Io sono politicamente scorretta e quindi ben venga un comico come lui che scherza su tutto ma stimola anche riflessione e dibattito».

 

 

 

Nella prima puntata si parlerà di follie d'amore, nella seconda di ambizione. Come questi aspetti si declinano al maschile?

«Queste caratteristiche appartengono al genere umano con declinazioni soggettive, che prescindono dal sesso. Un tratto specificamente maschile è invece la capacità di fare squadra: i maschi entrano subito in empatia, anche se non si sono mai visti. Questa prerogativa non appartiene alle donne, un po' per la grande ricerca di protagonismo che ci ha reso individualiste un po' per la competizione tra noi, spesso esasperante».

Auspicare un "presidente donna" in quanto donna, come si è fatto nei giorni dell'elezione del capo dello Stato, è gratificante o svilente per il genere femminile?

«Io lo trovo molto offensivo. Noi non siamo una riserva panda o una quota da sbandierare come un messaggio politico. Una donna, esattamente come un uomo, vale solo se vale».

Intellettuali e linguisti hanno lanciato una campagna contro la schwa, il simbolo neutro usato dalla Murgia. Secondo lei, questo segno serve a evitare discriminazioni o a peggiorare la lingua?

«È una di quelle esagerazioni che sminuiscono le battaglie importanti. Lo stesso vale per la volontà di sostituire ministra a ministro. Non è certo il linguaggio che renderà più tollerante la società».

Quali politici maschi porterà nel programma?

«Michele Emiliano ed Ignazio La Russa. E ho invitato pure Salvini. Con Draghi invece non ci ho neppure provato».

Il politico più maschio che ha conosciuto, fatta eccezione per suo marito?

«Berlusconi, il maschio alfa per eccellenza».

Il suo Ciao alla politica è un addio o un arrivederci?

«Chi vivrà vedrà. Diciamo che la politica è l'amore, la tv una passione». 

 

 

 

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