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Matteo Bassetti in politica? "Mai dire mai...". Dopo la confessione, la soffiata: "Ecco con chi si candida"

Filippo Facci
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Spettabile ed eccellentissimo professor Matteo Bassetti, dottore e professore universitario, responsabile di malattie (infettive del policlinico San Martino di Genova, insomma il virologo dalla crapa pelata, è gradito ad alcuni e detestato da altri, come capita a chiunque non sia un lemure o sia morto: insomma, a Basse', adesso le spieghiamo un paio di meccanismi della moderna comunicazione politica (che è diversa da altre) nonostante Ella abbia già preso notoriamente a frequentare, saltuariamente, alcuni media cartacei e preferibilmente televisivi, con l'esito accademico che ora la riconoscono per strada. Allora. Se Ella partecipa alla trasmissione radiofonica «Un giorno da pecora», ispirata probabilmente alle tradizioni regionali della conduttrice, e dice «entro in politica nel 2023? Non credo. Nella vita mai dire mai, oggi direi di no», il citato meccanismo si traduce così: Bassetti entra in politica. Bassetti si candiderà. È sicuro. Ma la lasciamo finire: «Dipende sempre dalle offerte, da cosa si va a fare. Al momento non ci penso, ci penseremo: il 2023 deve ancora arrivare... Quando finirà la pandemia continuerò a fare il mio lavoro, continuerò a fare il professore universitario. Non avrò nessun problema ad uscire dai radar... ho sottratto tempo a mia moglie e ai miei figli. Non mi mancheranno tv e interviste, troverò altro da fare nel tempo libero».

 

 

Bene. In tal caso, Ella, in maniera più circostanziata, si traduce così: Bassetti entra in politica. Bassetti si candiderà. È sicuro. Poi vediamo dove, è sul mercato, mal che vada un lavoro ce l'ha, però avrebbe un sacco di problemi a uscire dai radar perché lo sapete com' è, è una droga, dà dipendenza. Tanto, se ha trascurato la moglie e i figli, ormai si saranno abituati: ma non saprebbe che fare nel tempo libero, mica può andare a giocare a calcetto. Ha inteso, spettabile ed eccellentissimo eccetera? Ieri, lei, ha detto questo. Pensiamo pure che lo sappia. E che sappia che noi lo sapevamo da prima ancora: non perché siamo dei paragnosti, ma perché qualche sensore l'abbiamo mantenuto; il Covid talvolta determina un deficit di gusto e di olfatto, non rende scemi. Fermo, non è finita la lezione. Perché vede, lei ha parlato parecchio.

 

 

Se davvero avesse voluto escludere una futura avventura in politica, avrebbe espressioni più tranchant e risolute. In politica vale il detto evangelico di Matteo 5,33-37: «Sia il vostro parlare: "Sì, sì"; "No, no"; il di più viene dal Maligno». E il maligno è la politica. Sappiamo, anche, che si candiderà nel centrodestra, e comunque non a sinistra: lo abbiamo appreso sulla base di recenti applicazioni nel campo della fisiognomica somatica (insomma, l'abbiamo guardata in faccia) e lo sappiamo perché alla radio ha pure detto che Ella non stima il professor Andrea Crisanti, altro esperto di qualcosa, diventato noto al pubblico dell'era Covid. Così, indirettamente, ha candidato anche lui. E l'ha piazzato a sinistra, anche perché Crisanti, alla trasmissione «Il virus che tira» su La7, ha affermato che «se mi vuole classificare così, sono di sinistra, non è che mi vergogno, non faccio fatica a dirle che da giovane ho militato anche in gruppi extraparlamentari, poi chiaramente sono diventato un po' equilibrato». Un po'. Ella non sa, spettabile ed eccellentissimo e forse onorevole professor Bassetti, che Enrico Mentana sta già allestendo il «faccia a faccia» elettorale. No, si sbaglia, dall'altra parte del tavolo non ci sarà il professor Massimo Galli, direttore di malattia infettive dell'ospedale Sacco di Milano, anche lui spesso in tv e altrettanto di sinistra, tanto che ha detto: «Sono di sinistra, lo sono sempre stato». Perché lui ha 69 anni, si candida al Senato. 

 

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