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Sigfrido Ranucci, così il grande accusatore di Eni lo pilotava: "Credo di averti detto quale fosse il mio interesse"

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Vincenzo Armanna, ex avvocato dell'Eni, teste d'accusa nel processo ai vertici del gruppo e ora imputato per calunnia e indagato per complotto, e Sigfrido Ranucci. Il 15 aprile 2019 il conduttore di Report manda in onda una inchiesta contro le malefatte dei vertici Eni, con una intervista ad Armanna. La Procura di Milano nel frattempo ha depositato, nell'indagine sul complotto contro Eni, anche i messaggi che Armanna e il giornalista si scambiano tra il 7 febbraio 2018 e l'8 dicembre 2019. "Centinaia di messaggi che raccontano bene il backstage non solo dell'intervista ad Armanna ma dell'intero sistema Report: e che vengono alla luce proprio quando la trasmissione di Ranucci è accusata da membri della commissione di vigilanza Rai di metodi non ortodossi", riporta il Giornale.

 

 

Armanna sembra essere una sorta di consulente del programma. "Credo di averti detto quale fosse il mio interesse",  scrive Armanna a Ranucci il 23 luglio, "non ti ho preso in giro". Il contenuto delle chat è nel rapporto che il 14 gennaio 2021 la Guardia di finanza invia ai pm milanesi dopo avere analizzato l'iPhone sequestrato ad Armanna. Nelle chat "si evince chiaramente che il giornalista sospetti un accordo tra Amara e lo stesso Armanna per fregare Granata (Claudio Granata, potente capo del personale Eni, ndr). Buongiorno, ma non è che tu e Amara vi siete messi d'accordo per fregare Granata? Le vostre interviste sono fin troppo uguali. A tale affermazione Armanna risponde negando qualsiasi coinvolgimento con Amara (...) Come è noto, nonostante la perplessità del giornalista, il servizio va in onda il giorno 15.4.2019", si legge nel documento della Gdf.

 

Il 30 ottobre l'inviato di Report si infuria per una decisione del presidente del tribunale: "Ma scusa hanno bocciato la richiesta di sentire il vero Victor (presunto 007 nigeriano, ndr)? Ma siamo matti?". E Armanna gli risponde: "Comunque il presidente è venduto proprio, riusciremmo a farlo sentire lo stesso ma è proprio a favore di Eni il presidente... Pazzesco". Armanna preannuncia al giornalista le convocazioni in Procura, "sto andando dalla Pedio. Posso dire che Granata è il braccio destro di Descalzi?. "Sì certo, è l'unico di cui si fida", la risposta. Il 23 luglio Armanna chiede aiuto al giornalista: A me basterebbe dire che tu mi facesti domande su quel documento e che ti confermai incontro e che sapevo fosse luglio (...) posso dirlo?". "Valuta tu. È vero che te ne ho parlato e chiesto di quel documento". "Posso dire che me lo girasti"? "Non è il massimo". "Solo se mi costringono a farlo dirò che ne ero a conoscenza perché mi chiedesti spiegazioni". "Ok". "È fondamentale per la mia credibilità".

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