Joseph Ratzinger, Franco Cardini: "Perché dopo le sue parole la Chiesa è in pericolo"
"Non credo che Ratzinger abbia fatto bene, a lui e alla Chiesa, a esprimere questo tentativo di pulizia radicale della propria coscienza": lo storico Franco Cardini esprime il proprio disappunto sulla lettera nella quale Benedetto XVI fa mea culpa per gli abusi sessuali nelle Sacre Stanze. Intervistato da La Stampa, il saggista ha spiegato: "Da uomo che è stato Papa non avrebbe dovuto spingersi così in là nel manifestare il suo intimo e personale senso di colpa: rischia di restare un gesto effimero".
Adesso il problema più grande, a suo dire, potrebbe riguardare proprio la Chiesa: "Ratzinger sa bene che il report di Monaco ha lasciato un’ombra, e non so fino a che punto la sua esternazione riuscirà a cancellare queste oscurità". La "pulizia della memoria" e la "richiesta di perdono" rappresenterebbero un'arma a doppio taglio. Per spiegare meglio questo concetto, Cardini ha fatto l'esempio di San Giovanni Paolo II, colui che avrebbe dato il via "alla pulizia della memoria, chiedendo scusa a nome della Chiesa per le malefatte che membri della stessa Chiesa cattolica hanno commesso nei secoli precedenti contro il genere umano, contro il diritto naturale, contro la convivenza umana".
Perché si parla di arma a doppio taglio? Perché questa operazione "da un lato rappresentava la massima apertura, la massima lealtà; dall’altra, poteva sembrare solo uno stratagemma per chiudere col passato scomodo. Invece per Wojtyla doveva lasciare intendere che non bastava, che ci doveva essere un seguito positivo. Che si fa adesso? Mi seguite? O tutto resta come prima? Pochi nelle gerarchie, di fronte al carisma di Papa Wojtyla, osarono non impegnarsi per cambiare le cose in meglio in quegli ambiti".