Vittorio Sgarbi positivo al Covid prima del discorso di Mattarella: "Perché non mi fido di quel tampone", una tesi clamorosa
"Di quel tampone non mi fido". Vittorio Sgarbi confida i suoi dubbi al Corriere della Sera. Non c'era solo Matteo Salvini tra i Grandi elettori risultati positivi al Covid nello screening di rito effettuato prima di entrare a Montecitorio giovedì pomeriggio per il giuramento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Con il leader della Lega, sono andati casa in isolamento, tra gli altri, anche il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga ("Mi ha contagiato mio figlio - ha spiegato al Corsera -, sono vaccinato e sto benissimo") e, appunto, Sgarbi.
"Aspetto il risultato di un test molecolare che è più attendibile", sottolinea l'onorevole, attivissimo le scorse settimane nella ricerca di possibili elettori di Silvio Berlusconi. Ora confida ancora in un errore e spera di essere negativo. "Sono arrivato intorno all'una. Ho fatto il tampone ed era positivo. Ma sto benissimo. Ho fatto tre dosi di vaccino. E mi ritengo negativo". I rischi di contagio, nota, sarebbero molto limitati.
"Toh, proprio oggi". Salvini positivo al Covid? Il tampone e lo stop, quella stranissima coincidenza
"Sto sempre in casa. Non vedo nessuno. Infatti penso sia sbagliato. Per questo ho fatto il molecolare". Il discorso del Capo dello Stato lo ha visto "benissimo, in televisione". Il giudizio è spiazzante: "Mattarella mi sembra diventato una specie di Pannella". Questo perché il suo discorso è stato "tutto incentrato sulla difesa dei diritti, sulla dignità, sui poveri, sul Csm. Bene. Non mi è mai sembrato un grande interventista. Ma bravo". Sul far votare anche i positivi Sgarbi non ha invece dubbi: "Era il minimo che si potesse fare. I diritti costituzionali non possono essere compressi dai diritti sanitari solo perché qualcuno ha scambiato un raffreddore con la peste".