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Carlo Nordio spiazza Giorgia Meloni: "Draghi premier e Mattarella al Colle? Ecco cosa penso"

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"Sergio Mattarella al Quirinale e Mario Draghi al governo sono la migliore soluzione che ci potesse capitare": sono in molti a esprimere questo pensiero all'indomani dell'elezione del presidente della Repubblica. Tra questi, inaspettatamente, c'è anche Carlo Nordio, ex procuratore aggiunto di Venezia e candidato di Fratelli d'Italia al Colle. Strano che sia proprio lui, l'aspirante inquilino del Quirinale scelto da Giorgia Meloni, a incensare la scelta finale del Parlamento. Lui, però, intervistato dal Foglio, non ci vede nulla di male. Anzi spiega di aver elogiato Mattarella già lo scorso anno: "Avevo auspicato una proroga, almeno per un anno, al fine di consentire a questo Parlamento e a questo governo di proseguire l'attività fino a scadenza naturale".

 

 

 

Quando gli viene fatto notare che, però, la candidatura di FdI l'aveva accettata, Nordio dice: "Ho dato la mia disponibilità quando il presidente, a più riprese, ha chiarito urbi et orbi che non avrebbe accettato un secondo incarico". L'ex procuratore aggiunto, insomma, si era messo in gioco solo perché Mattarella sembrava fuori dalla partita. Anche il suo giudizio, come quello di molti altri, è molto critico nei confronti della classe politica attuale: "La credibilità della politica è crollata: dopo aver presentato candidati di ogni risma, si è tornati al punto di partenza, addirittura contro la volontà dell’eletto che, ad elezione avvenuta, non poteva rifiutarsi".

 

 

 

Altra personalità che avrebbe meritato la presidenza della Repubblica, secondo Nordio, è quella di Draghi: "E’ una garanzia per l’Italia". Un pensiero molto diverso da quello che invece ha Giorgia Meloni dell'ex banchiere: "Su questo punto la pensiamo diversamente, io sono più attento all’economia e allo spread, penso che l’emergenza dell’Europa e della pandemia richiedano personalità straordinarie". Parlando della proposta sul presidenzialismo, invece, ha detto: "Per l’Italia il sistema più adatto è il semipresidenzialismo alla francese, con doppio turno e ballottaggio". Sulla crisi Meloni-Salvini, infine, ha spiegato: "Serve un confronto franco, una discussione approfondita di carattere politico e ideologico".

 

 

 

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