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Amadori, la verità sulla guerra dei polli: "Francesca? Non ci restava che licenziarla", perché hanno cacciato la nipote

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"Ha smesso di lavorare senza dare spiegazioni": Francesco Berti, amministratore delegato del gruppo noto per i suoi polli, Amadori, ha parlato di uno dei licenziamenti più clamorosi degli ultimi tempi, quello di Francesca Amadori, nipote del fondatore Francesco e figlia di Flavio, presidente dell'azienda. Le spiegazioni da parte della donna, che era responsabile della comunicazione, non sarebbero arrivate nemmeno dopo la richiesta di chiarimenti da parte dell’azienda. "A quel punto non potevamo non licenziarla. Neanche il padre ha potuto far nulla. Se non ribadire che le regole valgono per tutti, a prescindere dal cognome", ha spiegato l'ad in un'intervista al Corriere della Sera.

 

 

 

La Amadori, nel frattempo, ha già fatto sapere che si opporrà al provvedimento ritenuto ingiusto e illegittimo. I problemi familiari però non c'entrerebbero nulla con la decisione del gruppo. "Di eventuali screzi a livello familiare non so nulla. Posso solo dire che non avrebbero giustificato un licenziamento", ha spiegato Berti. Neanche il nonno, fondatore dell'azienda, sarebbe intervenuto nella questione: "Non avrebbe potuto fare nulla, alla stregua del padre. Da quando ha lasciato la guida dell’azienda, nel 2014, ne è sempre rimasto fuori. Al contrario di quel che si possa pensare, questa non è più un’impresa familiare".

 

 

 

Il fatto che all'interno dell'azienda lavori ancora il marito di Francesca Amadori, come responsabile qualità, non rappresenterebbe comunque un problema secondo l'amministratore delegato: "Ognuno di noi, me compreso, è valutato sui risultati che raggiunge, non certo per la relazione coniugale".

 

 

 

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