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Lapo Elkann, "perché mi sono convertito all'ebraismo": la più intima delle confessioni del "signor Lemos"

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Lapo Elkann è ormai portoghese come la moglie, Joana Lemos, ex pilota di rally, e oggi organizzatrice di eventi. "Il lockdown l'ho trascorso quasi tutto in Portogallo. Viviamo tra l'Estoril, dove c'è il circuito automobilistico, a pochi chilometri da Lisbona, e l'Algarve, nel sud del Paese. Per noi è più facile avere una vita normale là, piuttosto che in Italia, anche per questo non le voglio infliggere un trasferimento. Tra l'altro in Italia mia moglie è la signora Elkann, ma in Portogallo io sono il signor Lemos. È più famosa lei di me, io sono semplicemente il marito", confessa in una intervista al Giornale

 

 

Parla poi delle radici della sua famiglia: "È un discorso complicato: vivo in Portogallo e quando vengo in Italia mi sposto tra Torino, Roma e Milano. Ma sono nato in America, ho fatto il liceo a Parigi, l'università a Londra. Una fortuna, indubbiamente, che però rende più difficile mantenere i rapporti con gli amici e tenere salde le radici. Anche se, ovunque vado, le sento italiane. Ci sono, certo, tanti luoghi che amo nel mondo. Adoro Israele, perché sono ebreo, amo il Portogallo perché mi ha accolto. Ma delle radici italiane sono orgogliosissimo", spiega Elkann.

Dunque, sulla sua conversione, ha spiegato: "Sono ebreo perché mi sono convertito qualche anno fa. Ho sempre sentito l’orgoglio di avere un padre ebreo, che nel suo modo personale è stato un gran padre. Poi ha pesato il rapporto con la mia nonna paterna, Carla Ovazza. Una persona con un cuore gigantesco che ha sofferto molto nella vita, negli anni Settanta fu anche rapita, ed è sempre stata portatrice di bontà e umanità. In ogni momento ha lavorato nell’ottica di fare del bene. Perfino a proposito del sequestro: rimase prigioniera per quattro mesi eppure anche nei confronti dei suoi rapitori non ho mai sentito cattiveria o desiderio di vendetta. Mio nonno paterno, che si dava da fare per la comunità ebraica, era una figura istituzionale, mia nonna era amore", spiega Lapo.

 

 

Infine parla della sua società Laps che si occupa di Terzo settore: "Bisogna fare attenzione. Si vive di trasparenza e attenzione per gli altri. Per questo nelle nostre iniziative ci facciamo seguire da una società di revisione come Deloitte. Vale per Madeira ma anche per il progetto che abbiamo appena avviato in Calabria. Nei giorni scorsi infatti siamo andati a Crotone a conoscere una suora che è una santa: Suor Michela, premiata anche dal presidente della Repubblica, con la sua vice Suor Caterina. Hanno due associazioni e si occupano delle donne vittime di violenza e dei loro bambini. Creeremo una casa protetta per sostenere chi ha bisogno, per un periodo lungo due anni. Abbiamo deciso di intervenire quando abbiamo visto che qualcuno ha sfondato i cancelli delle loro associazioni", ha concluso.

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