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Alberto Zangrillo, lo sfogo: "Un tampone positivo da giocarsi per non lavorare", la vera emergenza Covid

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La vera emergenza Covid? "Vedere Milano buia e deserta". Con queste parole Alberto Zangrillo ribadisce la sua posizione nei confronti della Omicron e di tutte quelle varianti che hanno aumentato la paura nei confronti del virus. Per lui, direttore del Dipartimento di anestesia e terapia intensiva dell'Irccs ospedale San Raffaele, bisogna imparare a convivere con il coronavirus. "L'emergenza è l'assenza del traffico, centinaia di persone disperate in coda per il tampone, gli esercizi pubblici vuoti e la mancanza di una prospettiva con una società sempre più disorientata ed in affanno", dice deluso ad Affaritaliani.it.

E la situazione negli ospedali non è delle migliori: non tanto per gli elevati contagi, quanto più per la mancanza di sanitari. "Ci sono gli ospedali all’interno dei quali cerchiamo di curare al meglio le persone - si sfoga - in una situazione di grave carenza di personale prevalentemente sostenuta dal fatto che sta a casa chi dovrebbe essere a lavorare ma pur sentendosi benissimo ha un tampone positivo da giocarsi". Sui test il medico si era già espresso, denunciando i dati sul numero di tamponi e sul tasso di positività che sarebbero "dannosi per la salute mentale ma soprattutto falsi: migliaia di persone positive si sottopongono ogni giorno a test nella speranza di risultare negative".

Una situazione fuori controllo, che rischia di mandare in tilt tutto il Paese: "È aberrante quello che sta succedendo Ci vuole buonsenso, l'ho detto già 2 anni fa che andava applicato per affrontare questa pandemia. Così l'Italia è bloccata". Dello stesso parere l'infettivologo Matteo Bassetti che, con toni meno duri, non nasconde: "Se continuiamo in questo modo a fare tamponi a tutti, anche a chi non sintomi o magari ha un raffreddore, cosa potrebbe accadere il 25 gennaio con magari 1,5 milioni di persone contagiate? Vorrebbe dire avere 10 milioni di persone ferme e in quarantena. In quel caso chi va a fare il pane, chi guida l'autobus, chi va ad insegnare a scuola? Si rischia di avere un Paese ingessato".

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