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DiMartedì, Travaglio contro Draghi: "La balla di luglio sul Green pass", l'imbarazzo di Floris

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"È iniziata la caduta di Superman". Marco Travaglio lo dice con un certo compiacimento: in collegamento con Giovanni Floris a DiMartedì, su La7, il direttore del Fatto quotidiano sottolinea come il premier Mario Draghi, "dopo tanto volare ha iniziato la picchiata". 

 

 

 

"Si diradano le bave, le salive e i polveroni mediatici e i fatti diventano un muro contro il qualche il governo dei migliori va a sbattere. E la cosa curiosa è che le peggiori performance sono dei tecnici, della scuola Bianchi, dei trasporti Giovannini, dell'ambiente Cingolani, per non parlare della gestione demenziale della legge di bilancio che è arrivata a impedire il Parlamento di discuterne".

 

 

 

 

Perché Draghi inizia ad avere delle crepe?, chiede Floris. "Si può mentire e farsi credere da qualcuno per tanto tempo, si può mentire poco ma i fatti si incaricano di smentirti. Il 22 luglio Draghi ci ha raccontato che il Green pass serviva per ritrovarci tra persone non contagiose. In realtà sapevamo già tutti, e credo che lo sapesse anche lui, che il contagio se lo prendono anche quelli che si vaccinano. La coazione a non ammettere l'errore lo ha portato a concentrarsi per sei mesi sui non vaccinati, dimenticandosi di quelli con il Green pass che giravano tranquillamente e contagiavano gli altri, perché il Green pass te lo lasciano anche se diventi positivo e se sei irresponsabile te ne vai in giro. E spesso te lo tolgono quando ti negativizzi, così diventi un no vax anche se sei vaccinato".

 

 

 

Il professor Mattei, leader dei No Green pass e punto di riferimento anche della galassia anti-siero, annuisce soddisfatto, mentre Floris ascolta con un certo imbarazzo. "I no vax sono uno dei problemi, ma non l'unico - conclude il direttore del Fatto -. E Draghi ci dovrebbe spiegare perché 5 o 6 provvedimenti contro di loro abbiano convinto a vaccinarsi solo il 2 per cento".

 

 



 

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