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Otto e Mezzo, Travaglio asfalta Draghi: "Roba da Corea del Nord. Per tutto il giorno il suo ufficio stampa...", un retroscena inquietante

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Vietato parlare di Quirinale. Lo ha detto subito, chiaro e tondo, Mario Draghi nell'attesa conferenza stampa di ieri, lunedì 10 gennaio. Conferenza stampa in cui il premier ha (finalmente) conferito dell'ultimo pacchetto-Covid e che, però, era attesa proprio per le voci secondo cui Draghi avrebbe parlato proprio della corsa al Colle. Tutto falso, sin dalle premesse.

E di questo "gran rifiuto" del presidente del Consiglio circa le domande quirinalizie se ne parlava ad Otto e Mezzo, il programma condotto da Lilli Gruber su La7, dove ospite in collegamento faceva capolino Marco Travaglio. E il direttore del Fatto Quotidiano, che contro Draghi sta facendo da mesi una crociata, non poteva lasciarsi sfuggire l'occasione per mettere a segno un (meritato) attacco.

 

Quando la Gruber gli chiede se la richiesta di non ricevere domande sul Quirinale sia legittima, Travaglio replica secco: "È legittimo non rispondere alle domande, ma non lo è chiedere di non farle". Dunque, aggiunge un retroscena: "Per tutto il giorno l'ufficio stampa di Draghi ha invitato i giornalisti che partecipavano alla conferenza stampa a non chiedere di Quirinale... chiedere ai giornalisti di non fare le domande è roba da Corea del Nord", picchia duro Travaglio.

"I casi sono due - riprende poi Travaglio. O Draghi vuole essere eletto al Quirinale o non vuole essere eletto. Se non vuole essere letto alla prima domanda poteva dirlo, chiedendo ai partiti di non essere votati. Il macigno che blocca tutto sarebbe stato immediatamente rimosso", conclude il direttore. E anche in questo caso, difficile dargli torto: il fatto che Draghi abbia scelto di non rispondere fa propendere per l'ipotesi che, effettivamente, il suo obiettivo sia il Quirinale.

 

 

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