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Covid, Massimo Cacciari contro i partiti: "Solo una vera guerra può giustificare quest'emergenza". Nel mirino Mattarella
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"Nessuna emergenza, che non sia forse una guerra-guerra, può giustificare lo stato di un Parlamento che non discute davvero neppure nel momento della conversione in legge dei decreti del Consiglio dei ministri": Massimo Cacciari parla dello stato di salute della nostra democrazia in un articolo su La Stampa. Il filosofo è molto critico nei confronti del Parlamento attuale, che avrebbe perso - a suo dire - ogni tipo di potere, rispetto a quanto invece prevede la nostra Costituzione: "Mucchi di interessi particolari si rovesciano, senza mediazione, nel lavoro parlamentare".
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Secondo Cacciari l'impotenza è diventata ormai palese e lo si nota da tante piccole situazioni: "Interviene il Presidente, il Presidente cerca l'uomo forte, l'uomo forte decide, il Parlamento converte". E in questo passaggio è evidente l'attacco a Sergio Mattarella. Poi il filosofo si spende in un confronto tra la politica di qualche tempo fa e quella attuale: "I vecchi partiti hanno certo contribuito non poco a una tale trasformazione, rendendo ovunque potessero le Camere anticamere di loro proprietà. Ma rimaneva sempre una forma di potere politico. Ora la politica è commissariata".
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Per il filosofo, inoltre, non si tratta di una situazione temporanea: "L'emergenza è permanente, non si tratta di passaggi, ma dello 'stato delle cose'. È uno stato in cui l'incertezza, l'insicurezza e tutte le ansie che ciò genera diventano fisiologiche, e più lo diventano, più il processo decisionale deve farsi rapido e stare in pugno a competenti e 'scienziati'. Azioni invece di deliberazioni, decisioni invece di discussioni - questo è richiesto, questo esigono i tempi nuovi". Preso atto di questo, allora, Cacciari fa una proposta: "Chiederei soltanto che ci si metta seriamente e coerentemente su questa strada. Smettiamola con le retoriche risorgimentali e prendiamo il toro per le corna: trasformiamo il presidenzialismo surrettizio e spurio in un progetto razionale, vediamo come bilanciarne il potere senza impedirlo, ridisegniamo Parlamento e Governo in una prospettiva di unità politica europea".
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