Morte Silvia Tortora, la toccante lettera di Gianluigi Nuzzi: "Con te forse ho fatto un errore", un addio commosso
La morte di Silvia Tortora, giornalista e figlia di Enzo Tortora, è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Primo tra tutti a commentare la drammatica notizia, Gianluigi Nuzzi. Il conduttore di Quarto Grado ha voluto ricordare la collega con una lunga lettera su Facebook. Il post inizia con le scuse da parte di Nuzzi che chiede a Silvia di non arrabbiarsi "se per un attimo, contravvenendo a quel tuo delicato e discreto stile, accenno alla tua intelligenza fluida, veloce, con quell’ironia sarcastica figlia dell’odissea patita insieme a tuo padre". Il primo incontro, come racconta, è avvenuto a casa del padre Enzo, "eravamo nel 1986, tu pensa...".
All'epoca Nuzzi aveva 17 anni e in quel salotto prendeva gli appunti degli sfoghi di Tortora, vittima innocente della giustizia italiana: "Mi raccontava l’odissea, l’onta delle manette, le umiliazioni e il coraggio. Lui mi confidò l’amarezza più grande: 'Mi hanno fatto invecchiare le figlie di trent’anni in una notte'. E per lui questo era tutto, perché Enzo non sbandierava la famiglia, non compulsava i social figurati… Anzi! Proteggeva la sua privacy con quel rossore genovese che significa non timidezza, ma riservatezza e protezione dei propri cari".
"Poi ho compiuto forse un errore, cercando in te traccia del tuo babbo e di questo mi scuso, ma sei stata come sempre elegante per farmi apprezzare cosa vuol dire costruirsi un'identità dopo la tormenta con il cuore a lutto e un orizzonte nero". Nuzzi non dimenticherà mai il forte legame con Silvia. A lei, "messa a difesa proprio dell’identità di un padre ucciso dalla malagiustizia", va il ringraziamento del giornalista: "Se oggi sono quello che sono lo devo anche soprattutto alle forze che mi hanno formato. Enzo prima e poi tu sicuramente eravate tra queste. Grazie Silvia".