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Vittorio Sgarbi e la cena segreta ad Arcore: "Con chi gli ho detto che deve parlare per il Colle", proposta "indecente" a Berlusconi

Pietro De Leo
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Oramai, Silvio Berlusconi considera il Quirinale una partita a due. Tra lui, ovvio, e Mario Draghi. Lo racconta a Libero Vittorio Sgarbi. Reduce da una cena ad Arcore, qualche sera fa. Dove più che il menù gastronomico, tra una passata di zucca e una tagliatella al tartufo, risaltava quello politico, ossia la corsa verso il Colle più alto. Partendo da una certezza: Berlusconi intende giocarsi la sua partita e non c'è alcun passo indietro all'orizzonte. «Io nel centrodestra sono stato l'unico a dirgli che avrebbe dovuto sostenere Draghi e imporlo alla sinistra. Lui però è convinto assolutamente di vincere la sua partita, quindi lo sosterrò», assicura Sgarbi. «Non ho un mio sottogruppo nel misto, ma comunque sono influente su moltissimi deputati». E poi aggiunge: «Gli ho dato una serie di suggerimenti per metterlo in sicurezza». Partendo dalla cernita degli interlocutori. «Ora non serve più concentrarsi sugli alleati di centrodestra», ragiona il deputato e critico d'arte, «perché ce li hai già dalla tua. Salvini e la Meloni controllano bene il loro gruppi parlamentari». Per la ragione opposta, «parlare con Enrico Letta o con Bersani è inutile». Quindi, il discorso torna al grande interrogativo di queste settimane: "puntare al ventre molle", ossia ai parlamentari del Misto. «Quelli che non fanno parte di alcuna componente, gli ex grillini di Alternativa c'è, oppure alcuni che invece sono ancora nel Movimento 5 Stelle».

 

 




NUOVE SFIDE - Qui, Sgarbi, butta lì una proposta: «Gli ho suggerito di interloquire con Conte». Ma come?, chiediamo, Conte ha già detto più volte di non volerlo appoggiare. «Il tema», argomenta, «ruota tutto attorno al fatto che il Movimento è allo sbando. La vittoria di Berlusconi può servire a Conte per sbarrare la strada a Draghi», di cui, com'è noto, non è entuasiasta. Quindi, continua Sgarbi, «basta che lui dica ad alcuni dei suoi: "votate come volete". E vedrà che altri voti per Berlusconi usciranno anche da lì». Insomma, «Conte potrebbe sfruttare a suo favore il fatto di non controllare il Movimento». Allacciare il filo del dialogo con l'attuale leader pentastellato, quindi, «io gliel'ho suggerito, poi lui farà come vuole. Ci sono tre cose da fare: parlare con ognuno dei parlamentari del "ventre molle". Parlare con Conte, che può essere imprevedibilmente utile.

 

 

 

E poi parlare con Renzi, che può essere utile». Passaggio difficile, facciamo notare. «Sì, infatti non ti puoi fidare, ma anche lui ha una compagine parlamentare sovradimensionata rispetto ai posti che può assicurare. Ed è in situazioni come quelle che nascono maggiori possibilità che qualcuno voti per conto suo». In ogni caso, «questa partita non finisce con il Quirinale». In che senso? «Anche se non dovesse riuscirgli l'elezione a Presidente della Repubblica, non è che Berlusconi deve ritirarsi dalla politica o fare la vita del pensionato. Poi si riaprirebbe un'altra sfida. Ci saranno le elezioni politiche, il Parlamento avrà 400 deputati e 200 senatori. Il centrodestra quasi sicuramente avrà la maggioranza in entrambe le Camere. Ecco, ci saranno i numeri per eleggerlo a Presidente del Senato». E riguardo agli altri avversari per il Colle, da Giuliano Amato a Pierferdinando Casini? Sgarbi sgombera il campo: «L'unico che Berlusconi considera suo antagonista è Draghi, ed è convinto stia bene a Palazzo Chigi».

 

 

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