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Papa Francesco, il messaggio di Natale: "Non restiamo indifferenti di fronte al dramma dei migranti"

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"La nostra capacità di relazioni sociali è messa a dura prova". Papa Francesco esordisce così nella benedizione Urbi et Orbi del 25 dicembre. Alle sorelle e i fratelli Bergoglio non può che ricordare come la pandemia abbia rafforzato "la tendenza a chiudersi, a fare da sé, a rinunciare a uscire, a incontrarsi, a fare le cose insieme". Il tutto, però, senza che finissero i conflitti nel mondo: "Vediamo ancora tanti conflitti - prosegue -, crisi e contraddizioni. Sembrano non finire mai e quasi non ce ne accorgiamo più. Ci siamo abituati a tal punto che immense tragedie passano ormai sotto silenzio; rischiamo di non sentire il grido di dolore e di disperazione di tanti nostri fratelli e sorelle". Il riferimento del capo della Santa Sede è ai profughi, all'Iraq, al popolo siriano e ai bambini dello Yemen: "Non ci lasciare indifferenti di fronte al dramma dei migranti, dei profughi e dei rifugiati. I loro occhi ci chiedono di non girarci dall'altra parte, di non rinnegare l'umanità che ci accomuna, di fare nostre le loro storie e di non dimenticare i loro drammi". Una chiara frecciata, quella del Pontefice, alla politica dei porti chiusi su cui si è sempre scagliato.

 

 

E ancora: "Offri speranza ai bambini e agli adolescenti fatti oggetto di bullismo e di abusi. Dà consolazione e affetto agli anziani, soprattutto a quelli più soli. Dona serenità e unità alle famiglie, luogo primario dell'educazione e base del tessuto sociale".

 

 

Sempre con un occhio di riguardo verso la pandemia che non accenna a frenare, Papa Francesco invoca Dio: "Concedi salute ai malati e ispira tutte le persone di buona volontà a trovare le soluzioni più idonee per superare la crisi sanitaria e le sue conseguenze". Infine l'invito a essere tutti più generosi, anche in fatto di vaccini per chi ne ha più bisogno.

 

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