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Greta Beccaglia, "e allora Diletta Leotta?". Bomba di Dagospia: "Chi sfrutta la gn***"

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Il caso di Greta Beccaglia, la giornalista di Toscana Tv palpeggiata in diretta da un tifoso della Fiorentina durante un collegamento con la trasmissione A tutto gol, non convince del tutto Concita De Gregorio. O meglio, fa porre una domanda maliziosa alla penna di Repubblica: perché le giornaliste e le inviate sportive italiane sono tutte "bonone", per dirla alla Dagospia

 

 

 

 

 

 

L'ex direttore de L'Unità, nel suo blog InveceConcita su Repubblica.it, parte da alcuno presupposti ovvi ma necessari, visto la vicenda ad alto tasso di scivolosità: "La bellezza è un dono, non un merito né una colpa", e "non ha nessuna relazione con l'intelligenza, la spiritualità, il talento e altre categorie legate al carattere e alle capacità eventualmente sviluppate con disciplina". Peraltro, e questa è forse l'osservazione più "pesante", anche "nel caso in cui sia esibita, non è mai un invito a toccare".

 

 

 

 

 

 

Tradotto: una bellissima ragazza, vestita in maniera sensuale, non offre alcun "alibi" ai malintenzionati. "Chi tocca senza il consenso della toccata esercita violenza - conclude la De Gregorio -. Deve essere perciò punito e prima ancora considerato dalla comunità un minus habens. Chi ride o sminuisce la violenza la legittima".

 

 

 

 

 

Ma c'è, come detto, un però: "Nel giornalismo televisivo sportivo la ricorrenza di conduttrici e croniste con fisico da pin up è una casuale ricorrenza statistica" o piuttosto "un criterio di selezione adottato da chi ha il potere di scegliere - editori, direttori, capiredattori - con la speranza di sollevare, si dice, l'audience"?

 

 

 

 

 

E qui Dagospia, riprendendo il pezzo e buttando nel calderone insieme alla bella Beccaglia anche le più famose Diletta Leotta o Giorgia Rossi, i volti (e i corpi) femminili più famosi del calcio in tv, ci aggiunge il carico: "Volete fare una battaglia contro il maschilismo e il sessismo? Impedite alle tv di sfruttare la gn***a per fare ascolti e vediamo quante di queste acutissime 'giornaliste' riusciranno a fare carriera altrove".

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