
Silvio Berlusconi, le accuse di Carlo Garzia: "Messo in mezzo a una strada mentre infuriava il Covid"

Polemica su Silvio Berlusconi: Carlo Garzia, ex dipendente del leader di Forza Italia, lo accusa di aver licenziato alcuni collaboratori in piena pandemia. "Nel passaggio nella nuova sede, a Villa Grande, hanno lasciato a casa i collaboratori, tra i dieci e i quindici", spiega amareggiato a Repubblica. Tra quei dieci e quindici infatti c'era anche lui. "A me chiesero di licenziarmi, ero stato assunto personalmente da Silvio Berlusconi. Con un contratto a tempo indeterminato. Non lo meritavo. Gli sono stato leale fino all'ultimo".
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Garzia, che da giovanissimo studente nel 1994 ha fondato con Antonio Martino un club di Forza Italia, ha lavorato nell'ombra della politica. "Ho iniziato la mia carriera nel 1999, come collaboratore di Raffaele Costa. Poi ho lavorato per molti parlamentari. Ghostwriter. Portavoce. Ispiravo le risposte per le interviste. Mi sono fatto un nome". Proprio così il Cavaliere l'ha notato, affidandogli il compito di gestire la comunicazione e l'ufficio studi. Fino a quando, nel settembre 2020, col Cavaliere ricoverato in ospedale, è arrivato il benservito.
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"È arrivato un suo emissario da Milano e ci ha annunciato la novità del licenziamento. Non mi hanno mai fatto parlare con il Presidente. Né mi sono permesso di disturbarlo. Gli ho scritto una mail, che non è stata recapitata". Ma ciò che a Garzia proprio non va giù è l'incoerenza. "Leggo dichiarazioni sul lavoro che poi vengono disattesi dai fatti. C'è chi predica bene e razzola male". Da qui la stoccata: "Ho visto le dichiarazioni di Berlusconi sul reddito di cittadinanza, che mal si conciliano con il licenziamento nel pieno di una pandemia". Nel mirino però non c'è direttamente il Cav che Garzia si limita a rassicurare dicendo che mai parlerà male di lui. "Gli incoerenti - conclude - sono quelli che gli stanno attorno. Ora sono in Francia, sono stato messo in mezzo a una strada proprio mentre infuriava il Covid".
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