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Massimo Cacciari, "cosa farei se fossi presidente della Repubblica": godono i no-vax, "sorveglianza permanente"

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Massimo Cacciari presidente della Repubblica. È questo il gioco in cui il filosofo indossa i panni del capo dello Stato e prova a immaginare cosa farebbe al posto del successore di Sergio Mattarella. Primo intervento, come ovvio vista la sua posizione, è quello di "razionalizzare la gestione dell'epidemia, che non va compressa tutta soltanto sullo slogan vacciniamoci tutti". Non sono nuove infatti le idee dell'ex sindaco di Venezia, che più volte ha definito il Green pass "una forma di sorveglianza permanente". 

 

 

Non meno critico sullo stato di emergenza, che Cacciari abolirebbe in tempo record, perché "nessuna costituzione al mondo prevede che possa andare oltre i due anni, 12 mesi più 12 mesi". Ma se proprio è necessario, spiega ad Affaritaliani.it, "venga deciso solo dopo una seria e approfondita discussione parlamentare con audizioni di esperti e con la massima attenzione che merita un argomento di tale delicatezza". E non di certo a suon di Dpcm, "altrimenti l'esecutivo diventa il potere legislativo". 

 

 

Poi non può mancare l'appello a Mario Draghi, affinché "articoli i provvedimenti del Pnrr". Secondo il filosofo non si può pensare solo ed esclusivamente all'aumento del Prodotto interno lordo e alla produttività. Le esigenze del Paese sono tante e "imprescindibili", come quelle che riguardano "gli asili, le scuole e gli stipendi degli insegnanti". Altrettanto prioritaria la riforma della legge elettorale. Cacciari fa il tifo per "un sistema maggioritario con i collegi uninominali e il ballottaggio, ovvero il secondo turno". Solo così, è il ragionamento di Cacciari, i partiti riusciranno a selezionare una classe dirigente e di politici "decente e non la peggiore di sempre come abbiamo visto nell'ultimo decennio". Con il vantaggio di avere maggioranze parlamentari solide e stabili. 

 

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