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PiazzaPulita, "dare della bast*** a Giorgia Meloni non è reato": sconcertante Corrado Formigli, ora si capisce tutto

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Preferisco Roberto Saviano che dà della «bastarda» alla Meloni rispetto a Corrado Formigli, che prende una sciocchezza detta dalla leader di Fratelli d'Italia per processarla nel suo scannatoio televisivo. Un tribunale che ricorda quelle corti militari allestite sul fronte durante la Prima Guerra Mondiale, per condannare a morte per viltà soldati innocenti sorteggiati in modo che gli altri trovassero la disperazione per uscire dalla trincea. Lo preferisco perché Saviano, nella sua ingenuità che gli fa credere di essere ancora qualcuno in grado di fare opinione, è più diretto. Lo vedi, sai che è irragionevolmente di parte, e ti si tappano subito le orecchie. Formigli no, lui è bravo davvero, traveste la sua propaganda da giornalismo. È violento nei modi ma ha l'abilità di far passare l'aggressività per legittima reazione.

 

 

SALOTTO TV
Ecco le prove. L'altra sera, nella sua Piazza Pulita, l'anchorman de La7 ha tirato le orecchie alla Meloni. L'ha accusata di «spargere odio» per aver dipinto i clandestini come untori di Covid, quando invece, prima di essere accolti legalmente in Italia, vengono sottoposti a tampone e quarantena. E fin qui passi. Quel che non regge è la contestuale assoluzione da parte di Formigli di Saviano, rinviato a giudizio per aver insultato, proprio nel salotto tv del nuovo Santoro, la leader di Fdi. Per la serie "sbatti il bimbo morto in prima serata", Piazza Pulita aveva mandato in onda le immagini di un naufragio di clandestini, addebitandone la responsabilità a Meloni e Salvini, in quanto contrari all'immigrazione irregolare, e il fine letterato progressista aveva commentato «bastardi». Non un insulto, secondo Formigli, ma «un'imprecazione, uno sbotto d'ira da comprendere dato il contesto emotivo», quasi che Saviano si trovasse in mare con l'acqua alla gola e non invece spaparanzato in poltrona com'era e vedesse per la prima volta la foto.

 

 

Secondo il vocabolario italiano, "bastardo", in senso dispregiativo, sta per mascalzone. Grazie a Dio non siamo giudici e, a differenza di certi colleghi, nemmeno pm. Lasciamo quindi ai lettori il verdetto se sia una mascalzonata essere, da leader di partito, contro l'immigrazione clandestina e combatterla, pretendendo che l'Italia si comporti riguardo al fenomeno come le altre nazioni. O se invece non sia una mascalzonata attribuire, da giornalista, a un leader dell'opposizione di un partito che non ha mai governato la responsabilità per il fatto che la nostra politica dell'accoglienza fa pena, miete vittime ed è incapace non solo di risolvere il problema, ma anche di interessare a esso i nostri partner europei, cosa che invece alla Polonia, Stato ostracizzato dalla Ue, sta riuscendo perfettamente. Anche sul concetto di "propaganda", di cui Formigli accusa la Meloni, ci sarebbe poi da ridire. Che un politico la spari grossa per guadagnarsi plausi e consensi non sta bene, anzi è fastidioso, ma è malvezzo comune a tutti e presto o tardi ottiene sempre un effetto boomerang. Quando però è un giornalista a tratteggiare la realtà con tinte così forti da cambiarne l'essenza, non si limita a mentire, ma di fatto cambia professione.

I PISTOLOTTI
Ciascuno è libero di approfondire le notizie che vuole e commentarle come ritiene, così come di soddisfare il proprio pubblico prima della verità. Mettere in gioco la propria credibilità è una scelta legittima e spesso ripaga bene, però riduce i pistolotti ad armi scariche e obbliga a cantare sempre sulla stessa base musicale. Se a Formigli sta a cuore l'immigrazione clandestina, può farci tutta la stagione televisiva sopra. Argomenti non mancano. Giovedì prossimo potrebbe invitare qualche suo amico che insulti Draghi per aver detto, giusto ieri, che «gli sbarchi continui sull'Italia rendono la situazione insostenibile». Sembrava di sentir parlare il "bastardo" Salvini, per dirla con Saviano. A proposito del leader della Lega, si potrebbe fare un'inchiesta per dimostrare che quando il "bastardo" era al Viminale, moriva meno gente in mare. Poi i pm decisero che andava processato per sequestro di persona non in quanto colpevole, perché «tutti sanno che è innocente, ma va indagato perché è un nemico politico», come da intercettazione di un franco scambio di vedute tra procuratori. Ma questo è un altro capitolo che non è bene portare in Piazza, per non sporcarla con troppa obiettività. Si potrebbe però sempre fare un bell'editoriale che riporti i numeri dei crimini commessi dai clandestini e finire poi a chiedere alla Boldrini se, quando dice che «sono risorse», ci è o ci fa. Sarebbe bello, ma forse conviene non farsi illusioni e cambiare canale.

 

 

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