Report, Sigfrido Ranucci: silenzio sul "business del vaccino". Rivolta politica: "La Rai fermi le sue bufale"
Le parole di Sigfrido Ranucci sul vaccino smuovono anche la politica. Il conduttore di Report, programma di Rai 3, aveva già scatenato la commissione di Vigilanza Rai definendo la terza dose del vaccino contro il Covid un business delle case farmaceutiche. Ora a intervenire sono i partiti. Primo tra tutti Forza Italia con Gabriella Giammanco che su Twitter scrive: "Quanto afferma Ranucci è una fake news cara ai no-vax. La Rai non ha nulla da dire?".
Il giornalista ha rincarato la dose affermando ad Agorà che la carica virale di un vaccinato è uguale a quella di un non vaccinato. Immediata la reazione di Luciano Nobili, deputato di Italia Viva: "Che la possibilità di contagiare di un vaccinato sia identica a quella di un non vaccinato è una bugia smentita da scienziati, Istituto di Sanità,studi internazionali. Sigfrido Ranucci è un virologo? Perché la Rai gli consente di continuare a diffondere le peggiori bufale novax?".
Segue poi l'onorevole azzurro Andrea Ruggieri: "Se al casino offerto, anche in Rai, dai virologi prezzemolino che tanta confusione hanno creato, si aggiungono anche i giornalisti, stiamo freschi". Per il conduttore la situazione sembra dunque mettersi male. A maggior ragione se nell'ultima puntata dopo la polemica, quella di lunedì 8 novembre, Ranucci ha preferito tirare dritto, rinunciando alle scuse ma anche alla difesa. Eppure le parole da lui pronunciate sono destinate a sollevare altro clamore, visto che l'intera comunità scientifica è unanime nel garantire che esistono comunque delle differenze sostanziali tra chi è vaccinato o meno. A chi è stata somministrata la dose di vaccino, è cronaca di tutti i giorni, il vaccino può infettare, ma non mandare in terapia intensiva.
Ma non è tutto. Il punto è che ieri sera, lunedì 8 novembre, Report era in onda, come sempre su Rai 3. E Ranucci non ha detto una parola su quanto affermato la settimana precedente, sul vaccino come business. Una replica, una precisazione, era attesissima. Eppure non è arrivata: nessuna scusa, nessuna difesa. Tutto legittimo, ovviamente, ma considerato il clamore suscitato dalla vicenda le aspettative erano ben altre.