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Luigi Di Maio, l'ultima rovinosa gaffe: "Ricordo che da Trump...", cosa è riuscito a scrivere nel suo libro

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L'ultima clamorosa gaffe di Luigi Di Maio? Porta il nome di Michael Bolton. Sì, proprio il famosissimo crooner americano, icona del "bel canto" diventato famosissimo a cavallo di anni 80 e 90 con classici del pop romantico come Soul provider e When a man loves a woman, screziati di nostalgie "black". Cosa c'entra il musicista con il ministro degli Esteri? Nulla, eppure l'ex leader del Movimento 5 Stelle, riciclatosi come "statista" da quando si è trasferito alla Farnesina, l'ha citato nel suo chiacchieratissimo libro auto-biografico Un amore chiamato politica, sbagliando clamorosamente persona. 

 

 

 

 

 

 

 



Ecco il passaggio incriminato, riportato da Dagospia: "Quasi per un gioco del destino, a 24 ore dalla firma della Via della Seta partii alla volta di Washington, la mia prima visita ufficiale negli States. Arrivai alla Casa Bianca in veste di ministro dello Sviluppo  economico e un po’ mi sorprese: era assai più piccola di come me la immaginavo, Mi accolse Michael Bolton, consigliere per la sicurezza di Trump…". Si trattava però, ovviamente, non di Michael ma di John Bolton

 

 

 

 

 



"Di Maio in peggio - titola caustico Dago -. Se non ci fosse Luigino bisognerebbe inventarlo". D'altronde, il ministro grillino è un noto collezionista di gaffe: "Ha collocato Pinochet in Venezuela (e non in Cile, ndr), ha chiamato Ping il presidente cinese Xi Jinping ed è convinto che la Russia sia bagnata dal Mediterraneo".

 

 

 

 

 

Nel suo libro, Di Maio è stato contestato e accusato di aver cancellato molti passaggi scomodi o imbarazzanti del suo primo periodo grillino. Quasi un revisionismo storico-politico. Di sicuro, ha rivisto molto. ma non le bozze del libro.

 

 

 

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