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Pfizer, Peter Doshi al Fatto: "Terza dose, dati insufficinti". Cosa non torna sui vaccini

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Peter Doshi, professore di Servizi sanitari farmaceutici ed esperto di sperimentazioni cliniche all’Università del Maryland, qualche giorno fa è apparso nella puntata di Report puntando il dito contro Pfizer. Cosa che torna a fare anche adesso in un'intervista al Fatto Quotidiano. Il docente, in particolare, accusa l'azienda farmaceutica di non aver fornito dati sufficienti alla Fda americana per l'approvazione della terza dose: "Il report che hanno consegnato riguarda solo 329 volontari, senza il gruppo di controllo. Mi spiego: se si vuole dimostrare che tale richiamo aumenta la protezione, serve uno studio randomizzato, cioè su due gruppi di persone che hanno già la doppia vaccinazione. Al primo si somministra la terza dose, al secondo niente o un placebo". 

 

 

 

Doshi, in realtà, è stato contestato parecchio dal mondo scientifico. Ilaria Mogno, ricercatrice in ambito biomedico al Mont Sinai Hospital di New York, ha scritto un post - poi ripreso da Selvaggia Lucarelli - subito dopo aver visto la puntata di Report. E punto per punto ha smontato quanto detto nei servizi, arrivando a dire che Doshi è "molto famoso tra i complottisti" e che "non sa come funziona un trial clinico". In ogni caso, il professore - cui il Fatto ha dato spazio - continua a portare avanti le sue teorie. Come quella secondo cui i dati degli studi condotti su oltre un milione di persone in Israele, vaccinate con Pfizer, non sarebbero sufficienti: "I dati si riferiscono alla popolazione generale che ha ricevuto il vaccino, senza confronto con chi non lo ha avuto".

 

 

 

Alla fine Doshi - parlando della responsabilità delle case farmaceutiche - muove una grave accusa contro di loro: "Come sempre, si tratta di garantire che i benefici superino i rischi, dimostrandolo con evidenze scientifiche sostanziali. Cosa che finora non si è verificata. Tali evidenze non ci sono".

 

 

 

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