Dritto e rovescio, la farmacista di Bergamo: "Perché non faccio tamponi ai no vax". Del Debbio sconvolto
"Non faccio tamponi ai no vax". Cristina Longhini, ospite in studio a Dritto e rovescio su Rete 4, sconvolge anche Paolo Del Debbio. La sua storia è l'esempio perfetto del dramma Coronavirus vissuto in Lombardia nella primavera di un anno fa. Farmacista di Bergamo, nel pieno della prima ondata, quando tutta Italia era impreparata davanti al Covid e attonita per la velocità incontrollabile del contagio, ha visto suo padre ammalarsi e morire nel giro di pochi giorni.
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"Il mio papà è venuto a mancare il 19 marzo, 10 giorni di agonia, non c'erano ambulanze. Abbiamo fatto appelli social e finalmente abbiamo trovato un medico che venisse a trovarci a casa. Aveva la saturazione a 65, è stato ricoverato ed è morto in una settimana, con una sola telefonata il giorno prima". Il padre, ricorda la Longhini, era tra i corpi trasportati dai camion militari in quella che è diventata l'immagine più tragica del 2020 italiano. Ora, il rischio è che l'epidemia faccia strage di no vax. "Mi sono posta come farmacista vaccinatrice - spiega -, ma non mi sono presa la briga di fare i tamponi perché non vogliamo sottoporci a una valanga di persone potenzialmente positive".
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Quindi la frase che ha lasciato tutti comprensibilmente sconvolti. Del Debbio le chiede cosa sia cambiato con l'obbligo di Green pass: "Negli ultimi tempi tutti quelli che volevano un tampone avevano un'aggressività unica. Ci dicevano: tu devi farmi un tampone perché io il lavoro non voglio perderlo. La mia scelta dunque deriva dal fatto che subire tutta questa rabbia e questo odio fa male". "Le persone hanno paura di quello che non conoscono - conclude, analizzando il fenomeno no vax -: la maggior parte non hanno capito come funziona e agisce il vaccino e quindi hanno paura di cose insensate". Proprio per questo, Del Debbio giovedì sera ha mandato in onda una serie di testimonianze, pesantissime, di contagiati e guariti.