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Selvaggia Lucarelli contro Sigfrido Ranucci: "Report? Hanno sempre fatto così". La bordata, caos in Rai

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La puntata di Report sui vaccini anti Covid? "Un pessimo servizio pubblico e un meraviglioso servizio ai no vax". Parola di Selvaggia Lucarelli, che su Facebook si scaglia contro la trasmissione d'inchiesta su Rai3 guidata da Sigfrido Ranucci finita già nella bufera dopo le accuse politiche piovute da Pd, Italia Viva e Forza Italia. "Sono stufo di queste accuse - si era difeso Ranucci -. Sono vaccinato come tutta la redazione di Report, ma come giornalista devo essere libero di raccontare delle criticità. Quali sarebbero i contenuti no vax? Credo che i parlamentari non abbiano visto il servizio". 

 

 

 

 

 

Selvaggia Lucarelli l'ha visto e si affida a Ilaria Mogno, ricercatrice in ambito biomedico presso il Mont Sinai Hospital di New York, per smontarlo pezzo per pezzo. La Mogno gronda indignazione e le sue parole, condivise dalla Lucarelli sui social, individuano le colpe di Ranucci: "Non tutte le informazioni riportate sono false, molte sono vere, ma sono proposte con uno scopo ben preciso, dimostrare la loro tesi. Il giornalismo investigativo dovrebbe partire da una tesi e cercare prove per dimostrarla o confutarla. Report invece cerca solo prove per dimostrarla e quando la realtà mostra una storia diversa o non la riportano o la girano nel modo che vogliono loro hanno sempre fatto così".

 

 

 

 

 

Valeva spesso per le inchieste a cavallo tra politica e giustizia, vale evidentemente anche per i vaccini. Quasi impossibile riassumere le critiche della Mogno, che praticamente su ogni argomento sottolinea faziosità, imprecisioni, malizie assortite. In pratica, un occhiolino strizzato ai no vax e ai complottisti del Covid con la "scusa" del sempre lecito dubbio. 

 

 

 

 

 

 

"Se mi intervisti gli infermieri contagiati ma non mi dici quanti sono rispetto alla popolazione generale e come variano nel tempo - sottolinea ad esempio la ricercatrice - non stai facendo giornalismo, ma sensazionalismo. Se mi prendi UN caso di una festa in cui c'è stato un outbreak e non vai a contare tutte le feste in cui non c'è stato un outbreak sei intellettualmente disonesto. Se mi dici che in una festa di un paese in cui il 90% sono vaccinati, il 75% dei contagiati era vaccinato, non sai fare i conti. Secondo voi se nel paese fossero stati tutti vaccinati, quale percentuale di vaccinati ci sarebbe stata tra i contagiati?". E così via. 

 

 

 

 

 

 

In molti casi, scrive la Mogno, Report utilizza casi rari trasformandoli in esempi generali e "suggerire che il virus si sparge tra i vaccinati come tra i non vaccinati è disonesto". "Per di più - aggiunge -, a me sembra quasi che vogliano colpevolizzare chi è tornato alla vita normale". Uno dei punti cruciali della puntata di Report è quello su Moderna: "La storia del vaccino a dose piena o metà è proprio falsa. Basta guardare ancora una volta i report dei meeting, tutto documentato, nessun complotto. Le star del servizio poi sono meravigliose, tra i 'pentiti' con la voce camuffata, a Crisanti sul divano dorato (non poteva mancare) fino ad arrivare a Peter Doshi, molto famoso tra i complottisti". Un intervistato che "evidentemente non sa come funziona un trial clinico, visto che non solo non capisce che Pfizer a 6 mesi ha finito il trial avendo ottenuto full authorization COME DA PROTOCOLLO, ma addirittura suggerisce che chi aveva preso il placebo doveva continuare ad andare avanti non vaccinato! Ci sono regole etiche per i trial che non permettono una cosa del genere. Peter Doshi rimandato a settembre". Insieme a Ranucci.

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