Otto e Mezzo, Paolo Mieli smaschera la sinistra: "Se il presidente della Repubblica la favorisce? Va sempre tutto bene..."
La proposta di Giancarlo Giorgetti su Mario Draghi al Quirinale, con l'avvio di un "semi-presidenzialismo de facto" ha suscitato parecchio scalpore ieri, non solo nella Lega e nel centrodestra ma anche nella sinistra e tra diversi costituzionalisti, visto che la possibilità illustrata dal ministro dello Sviluppo economico va ben oltre quanto è scritto nella Costituzione. Questa eventualità è stata commentata anche nello studio di Otto e mezzo su La7. Tra gli ospiti di Lilli Gruber c'era anche Paolo Mieli, che ha voluto sottolineare: "Quando un presidente della Repubblica fa una torsione democratica a favore della sinistra - lo dico da osservatore - va tutto bene, la facciamo passare".
Secondo lo storico, c'è una certa ipocrisia di fondo: "Io ho sempre pensato che a furia di fare torsioni a vantaggio nostro, arriverà il giorno in cui la torsione sarà fatta a svantaggio nostro, però non potremo evitare che ci sia ricordato quello che abbiamo fatto". Ecco perché poi non ci si potrà lamentare - continua Mieli - se "ci sarà magari un presidente eletto dalla destra che farà una bella torsione".
Le parole di Giorgetti, estrapolate ieri dall'anticipazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa, hanno contribuito a creare ulteriore caos nella politica italiana. Nello specifico, ha detto: "Draghi potrebbe guidare il convoglio anche da fuori. Sarebbe un semi-presidenzialismo de facto". Una proposta che dichiara più che aperta la corsa al Quirinale, già partita anche se mancano ben tre mesi al 3 febbraio.