"Pericolo di fascismo? Una assurdità". Parola di Paolo Mieli, storico certamente non tacciabile di simpatie destrorse. Ospite di Giovanni Floris a DiMartedì, l'ex direttore del Corriere della Sera spiega: "Oggi la parola fascista ha acquistato una valenza semantica per cui tu a tua figlia dici che deve tornare a casa non a mezzanotte ma alle 11, sei fascista". Il paradosso fa sorridere Floris, ma è esattamente il nocciolo della questione.
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"Oggi è sinonimo di autoritario - sottolinea Mieli -, ma in termini scientifici tutti coloro che sentono dire che nella settimana precedente alla campagna elettorale si è corso il rischio di un ritorno a climi di 100 anni fa, al 1921 o 1922, hanno fatto finta di niente ma è una assurdità".
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Come proseguire "al meglio" l'assedio contro i Fratelli d'Italia? Forse, è questa la domanda ch..."L'Italia oggi non è e non è mai stata negli ultimi 20 anni, nonostante sia stata abbondantemente spesa la parola fascista, sull'orlo di precipitare in un regime autoritario di destra come quello fascista o nazista, punto. Inutile girarci intorno. Dopodiché sono state fatte cose orribili, anche peggiori di quello che fecero gli squadristi nel 1921 o 1922. Ma quel termine genera un equivoco semantico. Alla storia passerà più l'uso di questo termine che il Fascismo in sé. Il Fascismo è stata una cosa terribile, ma è separato dal concetto di fascisti del Dopoguerra.