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Fabio Tuiach, dal pugilato ad Adolf Hitler: tutto ciò che non sapete sul no-vax "contagiato dagli idranti"

Serenella Bettin
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«Forse l'acqua degli idranti non mi ha fatto bene». Certo. Sicuramente è stata quella. Fabio Tuiach, portuale ed ex pugile professionista, uno dei protagonisti delle proteste no Green pass a Trieste, che riprendono domani con il corteo e un nuovo sciopero, ha contratto il Covid. Almeno così pare. La causa della malattia va da lui ricercata, non negli assembramenti o nel fatto che non si sia vaccinato, ma nell'acqua degli idranti che, come è risaputo, anziché sparare acqua sparano il virus. Il Covid 19 per l'esattezza. «Qualche giorno fa - scrive Tuiach su Telegram ero davanti agli idranti e sono rimasto tutto il giorno bagnato. Credo che con la temperatura di Trieste a fine ottobre è impossibile non prendere un malanno e infatti sono stato subito positivo al tampone di farmacia dopo la febbre e domani c'è quello ufficiale».

 

 

Lui, figlio di un esule istriano, 41 anni, 5 figli, ha perso una sorella per overdose, ed è un ex consigliere comunale di Trieste eletto in quota Lega nel 2016, poi, cacciato per aver definito il femminicidio un'invenzione della sinistra, è migrato a Forza Nuova, ed è riuscito a essere più a destra di Forza Nuova stessa. Passato al Gruppo misto come indipendente, pare che nel 2016 il direttivo di Fratelli d'Italia non abbia accettato la sua candidatura. A gennaio, durante la Giornata della Memoria, Tuiach aveva postato una foto di Hitler sollevando infinite polemiche. Domenica nel suo canale Telegram che conta poco più di 500 iscritti, ha lanciato un video biascicando frasi, alcune sconnesse forse per il virus, dove con crocefisso al collo, maglia semi slacciata, ha riferito di aver «fatto un paio di tamponi dalla farmacia, anzi uno me l'ha portato mio cognato dall'Inghilterra. Sono tutti positivi al Covid, sì ho fatto un po' di febbre, in pratica è un'influenza stagionale, il Covid esiste solo nella testa della gente. Chi prende paura resta sotto ipnosi così magari non respira più, perché la paura fa questo effetto, quando vai sul ring dopo un minuto non respiri più perché sei terrorizzato». Secondo Tuiach quindi, quelli finiti in terapia intensiva, con la fame d'aria, erano persone che il virus ce l'avevano solo in testa?

 

 

Raggiunto da Libero, ha detto: «Cosa posso pensare? Mi dispiace se qualcuno è stato male. Non ci credevo prima e non ci credo adesso. Quando hai le difese immunitarie basse prendi qualsiasi cosa. C'è stata un'ipnosi collettiva, quella paura come diceva Mike Tyson, la paura ti prende i polmoni. Da pugile lo so bene». Anche la moglie è positiva. E forse anche la figlia di 14 anni. «Al porto - ha continuato nel video - tutti avevano capito la truffa. Perché il porto è un lavoro pericoloso. Anche per noi è normale. Perché al porto si rischia la vita, di certo sono morti più portuali che no pugili. Ora ho io il Covid, ma non ho paura». Durante le proteste, il suo slogan al Molo VII era "No Green pass", con tanto di rosario in mano. Dice di essere perseguitato per la sua fede come nessun altro in Italia. «I migranti hanno la protezione internazionale perché in più di un terzo dei Paesi al mondo non esiste il problema omofobia perché per i gay c'è il carcere o la pena di morte».

Tuiach, nato nel 1980, licenza media, ha cominciato a lavorare da portuale a 18 anni. La sua carriera da pugile registra 36 incontri di cui 29 vinti con 16 ko e 7 sconfitte. È diventato campione italiano battendo Paolo Ferrara al settimo round nel 2006. Su Facebook qualcuno ha aperto una pagina. Recita così: «Fabio Tuiach torni a fare quello che "maggiormente gli compete": il pugile». Domani all'ennesima protesta dei colleghi, però, non ci sarà. Ha preso il Covid. 

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