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Marco Travaglio, sul "Fatto" gli insulti a Silvio Berlusconi: "Maiale, putt***, pregiudicato, muffa"

Marco Travaglio

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L'odio è duro a morire e Marco Travaglio ne sa qualcosa. Così ciclicamente torna sul suo primo odio, che non si scorda mai, Silvio Berlusconi. Nel suo editoriale su Il Fatto quotidiano, il direttore rispolvera il Cavaliere e lo insulta, dandogli del "maiale", "puzzolente", "putt***ere" e "pregiudicato" in questo ordine. "Del maiale non si butta via niente. E per l'odore: un misto fra due fragranze che iniziano per emme, la seconda delle quali è la muffa", esordisce Travaglio.

Quindi attacca di nuovo, con una premessa: "L'Italia che doveva uscire dalla pandemia nuova e migliore perché nulla fosse più come prima, si ritrova vecchia e peggiore perché tutto sia come prima. Ma non il 'prima' immediato del 2019: il 'prima' preistorico di decenni fa. Il premier è un banchiere scoperto dalla destra Dc nel 1983. L'unico candidato ufficiale al Quirinale è un vecchio putt***ere, pregiudicato e finanziatore della mafia che infesta l'Italia dagli anni 70".

E ancora: "Repubblica apre con un'intervista al ministro Brunetta, che negli Ottanta consigliava Craxi su come sfondare le casse dello Stato e ora illustra un progetto appassionante, almeno per i nostalgici degli anni 50: il centrismo".

Travaglio ne ha per tutti: "La ministra Lamorgese, con uno dei suoi proverbiali moti ondulatori, arruola Bobo Maroni, che guidava il Viminale nel 1994, per combattere l'illegalità nel mondo del lavoro: lo stesso che nel 2010 annunciò querela a Saviano a nome della Lombardia perché osava ipotizzare la mafia al Nord". E poi ecco il suo secondo odio, Matteo Renzi: "Il noto rottamatore di Rignano, che nel 2013 scalò il Pd col chiodo alla Fonzie per rinnovare la politica, cena in Sicilia con Miccichè, che insieme al retrostante Dell'Utri sogna un grande centro con Cuffaro e altri teneri virgulti".

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