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Annalisa Cuzzocrea attacca Giorgia Meloni vestita di nero? Occhio a questa foto di Laura Boldrini...

Brunella Bolloli
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Cuzzocrea, nomen omen, le piace inventare, creare cocuzzoli di polemiche, per non dire montagne. Cuzzocrea è Annalisa, inviata di Repubblica, ora volto di Piazza Pulita fortemente voluta da Corrado Formigli, il conduttore che su La7 apparecchia un giovedì sì e l'altro pure qualche processino ai partiti del centrodestra prendendo per oro colato le inchieste di Fanpage con i giornalisti infiltrati. Cuzzocrea, dicevamo, prima in Parlamento dava soprattutto la caccia ai Cinquestelle, ma da quando i grillini sono entrati nella grande famiglia del Pd allargato, declassati da primo partito a Movimento in caduta libera, non danno più tante soddisfazioni. Adesso c'è un solo obiettivo che sembra eccitare i segugi diretti da Maurizio Molinari: cavalcare l'onda nera pronta a distruggere il Paese. Infatti c'è il barone nero, la lobby nera, ci sono i fondi neri e, attenzione, perfino il pericolosissimo abito nero. Così, la cronista parlamentare, sguardo angelicato ma penna affilata, per non essere da meno dei colleghi che vedono ovunque il ritorno del nazi-fascismo, l'altro giorno su Twitter ha scritto la sua perla: «Giorgia Meloni, interamente vestita di nero, lascia platealmente l'aula non appena la ministra Lamorgese conclude il suo intervento». L'occasione era l'informativa del ministro dell'Interno sugli scontri in piazza e l'assalto alla Cgil, con le fantomatiche verifiche sul «moto ondulatorio». 

 

 

Peccato, però, che la leader di Fratelli d'Italia fosse vestita di blu, «interamente di blu», ha precisato la Meloni. Niente camicie nere, niente manganelli, olio di ricino assente. La solita «mistificazione» del centrosinistra. C'è da dire che la «Kuzzo», compreso di avere pestato un coso nero piuttosto grosso, ha provato a replicare: «Nessuna mistificazione, solo la vista che peggiora». Ha insistito sostenendo che la sua era una descrizione come tante: «Ragazzi, calma. Ho raccontato una cosa vista come faccio in ogni pezzo e anche qui. Descrivendo cravatte, vestiti, particolari. Non c'era niente sotto. Chi mi sta riempiendo di insulti su ogni muro è in malafede», ha spiegato. Ha perfino ironizzato su un presunto daltonismo che l'ha fatta andare fuori strada con quel tweet sinistro, ma ormai la patata bollente (si può ancora dire?) era stata servita e i fan della Meloni hanno reagito malissimo.

 

 

Contro la "Uma Thurman di largo Fochetti" (la somiglianza con l'attrice di Kill Bill è evidente) si è infatti scatenata la peggiore shitstorm dei leoni da tastiera, i quali non si sono fatti scrupolo di insultare la collega, minacciarla e offenderla diffondendo dati sensibili riguardanti la sua famiglia e, soprattutto i suoi figli. Cuzzocrea, da star dei social con il ditino alzato sempre nei salotti buoni della tv, in un attimo si è trovata bersaglio e di questo dà la colpa alla Meloni che ha ritwittato il suo messaggio fomentando così migliaia di commenti beceri, senza pensare che avrebbe esposto una donna a una valanga di fango. Una pagina nera, questa sì. Ma la cronista difesa, tra gli altri, dal capo della Sinistra italiana Nicola Fratoianni («la Meloni non scateni gli squadristi contro la giornalista di Repubblica»), dall'ex direttore Ezio Mauro, da Nello Scavo di Avvenire, che ha ricordato «quando Annalisa descriveva Susanna Camusso con il maglioncino rosso fuoco e nessuno gridò all'allusione bolscevica», è la stessa che non disdegna l'outfit nero, come quando ha presentato, mesi fa, il suo libro "Che fine hanno fatto i bambini". Ma poi, cara Kuzzo, quale donna non ama il nero? Se dipendesse da quel colore indossato dovremmo essere tutte fascistissime, nostalgiche di Hitler o amiche del cuore di Castellino. Invece, perfino un'insospettabile paladina dei migranti come Laura Boldrini non disdegna il nero, per non parlare di Michela Murgia, di cui tutto si può dire tranne che sia di destra. Irene Tinagli è vicesegretaria del Pd e in rete si trovano parecchie foto di lei in total black. Se passiamo in rassegna gli uomini, poi, l'elenco è lungo, a cominciare da quel facinoroso del nostro premier, da un genio dello stile come Giorgio Armani, da chi si mette in smoking per una serata di gala, da artisti e architetti, come Massimiliano Fuksas, di cui sono note le preferenze politiche. A sinistra. E allora, come la mettiamo? Il nero addosso è solo un colore. Per giunta sfina. Tutto il resto sono inutili polemiche. 

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