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Giulio Sapelli sul ballottaggio: "Sapete dov'erano i poveri che votano a destra?", l'errore fatale

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Uno dei grandi vincitori delle ultime amministrative è stato l'astensionismo. L'affluenza, infatti, è rimasta al di sotto del 50% e questo, secondo il professore di Storia economica Giulio Sapelli, si può spiegare solo in un modo: "I ricchi votano a sinistra, i poveri a destra ma hanno smesso di andare a votare". Il che spiegherebbe pure il trionfo del centrosinistra nelle maggiori città al voto, a partire dalla Capitale. Secondo lui, inoltre, solo alcuni candidati tra quelli che hanno vinto possono essere definiti di sinistra. Non è il caso per esempio di chi ha primeggiato a Roma e Milano: "Gualtieri ha solo il passato di sinistra, Sala non lo è per nulla. I ricchi votano per l’establishment e per le conferme. I poveri un tempo votavano contro, l’anti-establishment poteva essere di sinistra come di destra. Ora il collegamento è solo tra classi medio-alte, che non si curano più di ultimi e penultimi".

 

 

 

Quello che sta succedendo in questo momento nel nostro Paese non va sottovalutato, secondo Sapelli: "Bisogna stare attenti all’emarginazione di questi tempi, perché i penultimi possono dare vita a gilet gialli". Il professore, poi, ha aggiunto che in Italia esiste una "scollatura classista molto forte" e che dal voto emerge una forte "divisione tra città e campagna".

 

 

 

Uno dei principali problemi del centrodestra al momento, stando all'opinione di Sapelli, sta nella mancanza di una figura come quella di Silvio Berlusconi: "La Lega purtroppo non è un partito di centro. Il voto rafforza il Partito democratico, ma non l’asse con il Movimento 5 Stelle". E proprio in riferimento a quest'ultimo punto, ha aggiunto: "Max Weber insegna che il tempo è fondamentale: per la coalizione di governo Pd-M5s servirebbe tempo che il Movimento forse non ha, vista l’emorragia di voti che rischia di far scomparire i grillini".

 

 

 

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