Antonella Viola e i No Green pass: "Non me la sento", un clamoroso ceffone
Ospite di Lilli Gruber a Otto e Mezzo, l’immunologa Antonella Viola ha espresso il suo punto di vista sul Green Pass, che oggi è diventato obbligatorio per tutti i lavoratori. Chi sta protestando sui posti di lavoro perché non disposto a munirsi di certificazione verde tramite vaccino o tampone, secondo la Viola non ha capito cosa è davvero il Green Pass.
Lo riconoscete? Toh, in piazza tra i No Green pass a Trieste spunta pure il politico | Foto
“Non è uno strumento per convincere a vaccinarsi chi non lo ha fatto - ha dichiarato in collegamento con la Gruber - infatti non ha avuto una grande spinta in questo senso, non c’è stato un vero boom di vaccinazioni a seguito dell’ultimo decreto. Il Green Pass serve a a tutelare la salute pubblica. Devono semplicemente fare il tampone ogni 48 o 72 ore, per dire che esercitano il loro diritto a rifiutare il vaccino ma allo stesso tempo tutelano la collettività attraverso il tampone. Il Green Pass non è uno strumento di coercizione, serve a dire che tu sei libero di non fare il vaccino, però nel momento in cui entri a contatto in luogo pubblico devi garantire di non essere contagioso”.
Altra questione è invece quella su chi deve pagare i tamponi: “Questo non lo deve dire uno scienziato, però da cittadina non mi sento di pagare i tamponi a chi non si è assunto la responsabilità di vaccinarsi. Poi se se ne vuole far carico l’azienda, non è un mio problema”.