Marcello Dell'Utri, le strane parole su Berlusconi: "In carcere, quel sogno di notte", che cosa intende davvero?
Marcello Dell’Utri ha rilasciato un’intervista fiume al Foglio, in cui ha parlato soprattutto di due temi: i sette anni di carcere e Silvio Berlusconi. “Al carcere ormai non ci penso più - ha dichiarato - è un sogno lontano. È stato peggio il Covid. Certo che ho sofferto. Mi sono anche ammalato. Oggi ho una decina di stent”. In tutto ciò il Cav non è mai andato a trovarlo a Rebibbia: “Non ho visto né sentito il mio amico dal 2014. Fino all’altro giorno”.
Ovvero fino all’assoluzione in Appello sulla presunta trattativa Stato-Mafia. Nonostante ciò Dell’Utri non si è mai sentito abbandonato: “Confalonieri veniva a trovarmi in carcere, almeno una volta al mese. E io gliene ero grato, più di quanto forse non sia mai stato in grado di fargli capre. Mi portava sempre i saluti di Silvio. Ma la verità è che io Silvio me lo sognavo pure la notte. Ripensavo ad Arcore. Ai tempi belli e lontani. Quell’uomo mi ha cambiato la vita, mi ha reso ricco, ma soprattutto mi ha fatto divertire, mi ha fatto sognare, mi ha permesso di fare cose che altri non fanno in dieci vite”.
“Ma avete idea di quale corsa entusiasmante sia stata la vita con Silvio Berlusconi dagli anni Settanta agli anni Novanta? Seguendolo - ha spiegato Dell’Utri al Foglio - noi abbiamo costruito un impero dal nulla, prima l'edilizia, Brugherio e Milano 2, la televisione con Canale 5, poi la pubblicità con Publitalia, il Milan degli scudetti e delle coppe dei campioni, la politica”.
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