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L'aria che tira, Maria Giovanna Maglie contro Lamorgese: "Due ore per fermare l'assalto. Perché non lo ha fatto?"

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A L'Aria Che Tira si discute di quanto accaduto sabato in piazza a Roma. In collegamento con Myrta Merlino c'è anche Maria Giovanna Maglie, convinta che qualcosa al Viminale sia andato storto. "Castellino aveva parlato, non potendo parlare e indisturbato, alle 16.15 ma l'attacco alla Cgil è avvenuto un'ora e un quarto dopo". Per questo, è la tesi della giornalista su La7, "piuttosto che chiedere conto a gli esponenti di 'Io apro', bisogna chiedere conto alla Polizia, alle Forze dell'ordine e al ministro dell'Interno". L'esito di quella che era iniziata come una protesta pacifica contro il Green pass fa pensare alla Maglie che sia stata una manifestazione"tragicamente sottovalutata e incontrollata ed è degenerata anche e soprattutto per questa ragione".

 

 

Davanti alla sede della Cgil, ne è convinta, "poteva esserci il mondo schierato". La Maglie fa riferimento a Giuliano Castellino, leader di Forza Nuova, con sia il Daspo che il braccialetto elettronico. Se infatti ci fossero stati più controlli, quella rivolta non sarebbe mai avvenuta. "Questo signore colpito da una sfilza di misure era libero di partecipare a un comizio, ma come è possibile?". 

 

 

Una domanda che la Maglie si era già posta a Stasera Italia, dove non era mancata la frecciata al premier: "C'è un problema di ordine pubblico. Mario Draghi, oltre al dovuto omaggio alla Cgil assalita, doveva dire due parole su come lo Stato oggi, davanti a due manifestazioni frutto di errori politica, garantisca anche la sicurezza di chi vuole manifestare". 

 

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